di Lorenzo Pisani (www.molfettalive.it/…)
I dubbi e le perplessità della vigilia trovano conferma nel documento in cui la giunta Azzollini spiega le motivazioni che hanno portato al risarcimento a favore dell’impresa privata. Tutto è dovuto alla presenza sui fondali dei residuati bellici.
«A causa di circostanze impreviste ed imprevedibili l’attività di bonifica degli ordigni bellici dal fondale interessato dai lavori di costruzione e dragaggio del nuovo porto non risultano ad oggi ancora ultimati, nonostante fossero stati avviati dall’Amministrazione Comunale sin dal novembre 2005» si legge.
La responsabilità, secondo il comune, è anche da attribuirsi all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che «è incorsa in una grossolana sottostima della quantità di ordigni presenti sul fondale marino all’interno dell’area interessata dai lavori».
Il documento fa riferimento alla nota n. 66129 del 20 novembre 2009, che al momento non è stata ancora allegata alla delibera. Tale sottostima «è emersa allorquando è stata richiesta all’Impresa incaricata ATI Zannini – Sub Technical Edil Service s.r.l. la certificazione di avvenuta bonifica dei fondali, documento essenziale per avviare l’attività di dragaggio».
Alla base del ritardo, il termine dei lavori per il porto era previsto per il 13 gennaio 2012, quindi «la quantità impressionante di ordigni sin qui rinvenuti (circa 4.000) e non tutti rimossi e quelli ancora da classificare (circa 3.000) e quindi da rimuovere – che pongono – notevole incertezza sui tempi occorrenti per completare la bonifica totale, che – afferma il comune – potrà avvenire non prima del 30 giugno 2011».
«Solo grazie alla necessità del comune di Molfetta di dover bonificare i fondali marini dagli ordigni bellici per poter costruire il nuovo porto consente che tale attività di rimozione degli ordigni venga effettuata con puntualità e dovizia, diversamente tali ordigni sarebbero rimasti ancora sul fondale per chissà quanti altri decenni, continuando ad arrecare danni alla flora e fauna marina nonché alla salute pubblica» recita il documento.
La delibera fornisce anche un dato eloquente del ritardo dei lavori: ad oggi è stato realizzato il 6,75% del progetto, contro il 67,5% previsto dal programma. Ragion per cui l’impresa ha lamentato un danno economico di 22 milioni di euro.
La relazione del direttore dei lavori ha stimato invece tale danno in 2,1 milioni che, considerato il termine per la bonifica fissato nel giugno 2011, sarà suscettibile di un aumento esponenziale, sino a raggiungere i 7,8 milioni accordati dal comune.