L’hotel Oriente di Bari e Porto Giardino di Monopoli. Borgo Egnazia e la Masseria San Domenico. Corte Bracco dei Germani e il Relais la Sommità. Alcuni dei più prestigiosi immobili turistici del Barese, conosciuti in tutto il mondo, sono finiti nei fondi immobiliari della Sorgente Sgr, la società riconducibile al finanziere romano Valter Mainetti su cui si concentra il nuovo filone di indagine della Procura di Bari sulla Banca Popolare. Operazioni che hanno portato l’istituto barese ad investire nei fondi di Mainetti quasi 150 milioni di euro, mettendo atto in molti casi triangolazioni con la Fimco di Vito Fusillo, l’altro «buco nero» di cui la Finanza ha già ricostruito buona parte degli affari.
Le operazioni sul turismo, si legge in una «relazione direzionale» destinata ai commissari nominati da BankItalia e trasmessa ai magistrati, «pur presentate come investimento, se lette nella loro interezza, possono generare dubbi sulle effettive motivazioni». Alberghi e masserie sono controllati dai comparti Puglia 1 e Puglia 2 di cui, nel 2009, la banca ha sottoscritto quote per circa 60 milioni di euro che ne costituiscono la quasi totalità del patrimonio: è il singolo più importante investimento nei fondi gestiti da Sorgente. Due delle strutture, l’Oriente e Porto Giardino, erano stati acquistati da società controllate dalla Fimco, che grazie all’operazione con il fondo – finanziata sempre da PopBari – ha chiuso le esposizioni che aveva nei confronti della stessa banca. Dentro «Puglia 2», grazie ad altri 3,7 milioni di quote sottoscritte dall’istituto, finirà poi anche il leasing dell’immobile Telecom di via Dioguardi, a Poggiofranco (che valeva da solo circa 19 milioni): quello in cui oggi ci sono gli uffici della Procura che indaga sul suo padrone di casa.
Ma la mappa degli immobili controllati dalla Sgr è molto più ampia e tocca tutta l’Italia. Nel fondo Donatello, comparto Tulipano (oggi in liquidazione) erano entrati i palazzi di via Vittor Pisani a Milano e di via del Campo Boario a Roma, valutati rispettivamente 26 e 38 milioni. Quelli di via Cristoforo Colombo 98, Monte Cervialto, via del Tintoretto a Roma, di Roviano, di Trieste e il portafoglio degli ex magazzini Upim sono transitati nel comparto Michelangelo 2. E ancora, le operazioni del comparto San Nicola in cui è transitato l’hotel Delle Nazioni di Bari. A fare compagnia all’immobile storico sul lungomare c’è anche l’hotel Dei Borgia di Roma, e ancora il palazzo di via Palmieri a Lecce: gli alberghi di Roma e di Bari nel 2015 sono stati scorporati in un’altra società riconducibile a Mainetti, che si è accollata il credito di 34,5 milioni erogato dalla Popolare poi trasformato in due mutui ipotecari garantiti dai due immobili. Una parte dei palazzi di cui abbiamo parlato finirà poi, tramite una complessa architettura finanziaria, in una società immobiliare quotata, la Nova Re Siiq (che vale circa 63 milioni di euro), di cui la banca si ritrova ad essere – direttamente o indirettamente – azionista per circa il 56%.
La gestione di Sorgente Sgr, oggi in amministrazione straordinaria per effetto dei rilievi di BankItalia, è affidata a un commissario, Elisabella Spitz, che sta cercando di far ripartire le attività per liquidare le poste attive: una strategia che dovrebbe consentire presto o tardi alla Popolare di rientrare di una parte dei soldi. Nel frattempo però la Procura di Bari, tramite la Finanza e una consulenza tecnica, sta cercando di ricostruire il tortuoso percorso degli immobili e quello dei finanziamenti.