fonte: http://bari.repubblica.it – di CHIARA SPAGNOLO
No all’interdizione dai pubblici uffici per i magistrati tranesi Michele Ruggiero (presto in servizio a Bari) e Alessandro Pesce: la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso della Procura di Lecce contro l’ordinanza con cui il Riesame aveva già negato la sospensione dal servizio. Ruggiero e Pesce sono indagati per tentato abuso d’ufficio, tentata violenza privata e tentato falso in relazione a presunte pressioni effettuate su tre testimoni dell’inchiesta sulla tangentopoli di Trani.
Secondo il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris, e la pm Roberta Licci, avrebbero condotto in maniera non proprio ortodossa gli ascolti di alcune persone informate dei fatti nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla luce l’esistenza di un sistema corruttivo al Comune di Trani. La Procura salentina ha avviato gli accertamenti partendo da un esposto anonimo e poi ha ascoltato i tre testimoni, che hanno rivelato pressioni al limite della minaccia. Ruggiero e Pesce sono stati quindi interrogati dal gip Michele Toriello, dopo che la Procura ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici. I magistrati tranesi si sono difesi sostenendo di avere solo sollecitato i testimoni a dire la verità e spiegato loro le conseguenze penali connesse alle false dichiarazioni davanti ai giudici
I due indagati hanno avuto ragione dal gip e successivamente anche dal Riesame, ma gli inquirenti leccesi hanno reiterato la richiesta di sospensione dal servizio anche davanti alla Cassazione. Dopo questo terzo no, risulta evidente che Pesce e Ruggiero resteranno in servizio: il primo a Trani e il secondo a Bari, dove è stato da poco trasferito.
Per Ruggiero, però, resta da chiarire la questione della nomina quale consulente della commissione banche, sponsorizzata da Forza Italia e dal Movimento 5 Stelle, ma ripetutamente rinviata perché il Consiglio superiore della magistratura (Csm) non ha ancora disposto la temporanea immissione fuori ruolo. A pesare su tale stop, probabilmente, anche l’inchiesta aperta a Lecce, con lo strascico disciplinare che deve ancora essere definito dal Csm.
Dalla Procura generale della Cassazione è giunto l’atto di incolpazione, che ricalca l’impostazione accusatoria della Procura di Lecce, ma il Csm non si è ancora pronunciato nel merito. La pronuncia negativa della Cassazione è indubbiamente un importante punto a vantaggio dei pm indagati, che non subiscono un provvedimento duro come l’interdizione, ma non influisce direttamente sull’esito della vicenda penale, considerato che la Procura di Lecce ritiene fondate le accuse contro i colleghi di Trani: trascorsi i tempi utili dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, procederà con la richiesta di rinvio a giudizio.