
Colpo di scena dopo l’annullamento della sentenza in Salento. E Nardi ricusa il gup – fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
«La competenza su questo procedimento appartiene al Tribunale di Lecce, come ha già chiarito la Cassazione». È per questo che il pm Giuseppe Borriello ha chiesto al gup di Potenza, Lucio Setola, di dichiararsi incompetente sul fascicolo che esattamente un anno fa è stato trasferito in Basilicata dai giudici della Corte d’appello di Lecce. Ovvero quello contro l’ex gip Michele Nardi e altre quattro persone, accusate di aver truccato i procedimenti della Procura di Trani in cambio di denaro e regali per aiutare l’imprenditore Flavio D’Introno: dopo l’annullamento della sentenza di primo grado, sembra diventato il processo che nessuno vuol fare.
Ieri davanti al gup Setola si è aperta l’udienza preliminare bis, finita in Basilicata a seguito dell’annullamento per incompetenza territoriale disposto dalla Corte salentina. La Procura di Potenza ha depositato una memoria in cui riassume la giurisprudenza in materia: la Cassazione aveva già respinto l’eccezione di incompetenza del Tribunale di Lecce, e una volta cominciata l’udienza preliminare – ha detto il pm Borriello – la competenza non può più cambiare.
Anche la difesa di Nardi (avvocato Domenico Mariani) ha fatto identica eccezione, ma sostenendo che all’epoca dei fatti contestati l’ex gip era già in servizio a Roma e dunque la competenza deve essere del Tribunale di Perugia. Nardi ha poi ricusato il giudice Setola (sull’istanza dovrà decidere la Corte d’appello di Potenza), e il suo avvocato lo ha invitato ad astenersi perché – ha spiegato – Setola aveva già deciso l’udienza preliminare del processo Capristo-Nardi, in cui il giudice aveva già esaminato una parte degli stessi atti di questo procedimento (compreso l’incidente probatorio di Lecce).
Ieri hanno chiesto la costituzione di parte civile tutte le persone che sarebbero state vittime del sistema dei magistrati corrotti. Dall’imprenditore Paolo Tarantini (avvocato Beppe Modesti) agli ufficiali giudiziari e carabinieri falsamente accusati di abusi, fino all’Avvocatura dello Stato per conto di Palazzo Chigi e dei ministeri. Rigettata la richiesta di D’Introno (che ha patteggiato) di costituirsi nei confronti di Nardi.
L’udienza è stata aggiornata al 29 maggio, quando le parti discuteranno sulle questioni potenzialmente in grado di definire la fase processuale. Una ipotesi, se il giudice nel frattempo non verrà ricusato, è che il gup possa chiedere alla Cassazione (in base alla riforma Cartabia) un regolamento di competenza preventivo.
Ma se per caso gli ermellini dovessero stabilire che la sede naturale è Lecce, la sentenza di primo grado annullata (con la condanna di Nardi a 16 anni e 9 mesi) potrebbe rivivere e si potrebbe dunque ripartire dal processo di appello davanti a una sezione diversa.
L’indagine sui procedimenti truccati a Trani era partita a Lecce dopo una informativa dei carabinieri ed è sfociata, a gennaio 2019, nell’arresto dell’ex gip Nardi e dell’ex pm Antonio Savasta. Il processo ha portato alla condanna in primo grado sia degli imputati che avevano scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato (Nardi, l’avvocato barese Simona Cuomo, l’ex ispettore Vincenzo Di Chiaro, Gianluigi Patruno e Saverio Zagaria), sia di quelli (tra cui Savasta e l’ex pm Scimè) che avevano optato per l’abbreviato. Ma due sezioni diverse della Corte d’appello di Lecce hanno annullato il procedimento per incompetenza funzionale, rilevando il ruolo «sopravvenuto» di Capristo (ex procuratore di Trani, poi passato a Taranto) e dunque la competenza di Potenza.