
“Se l’ambiente è brutto e degradato siamo tutti più portati a degradarlo ancor più e a violare le regole che lo governano. Se in un caseggiato c’è una finestra rotta che nessuno ripara, è esperienza comune verificare che nella zona si cominciano a rompere altri vetri, ad accumulare rifiuti, poi compaiono le scritte sui muri e in capo a qualche tempo non è difficile che si verifichi nei dintorni qualche atto vandalico o un episodio di microcriminalità. Se una comunità presenta segni di deterioramento ambientale, e questo sembra non interessare a nessuno, allora lì si genererà l’atto antisociale e illegale. Se una Comunità tollera le piccole illegalità finirà successivamente per accettare comportamenti ben più gravi e allarmanti. Non si tratta di adottare la “tolleranza zero” che suona come una sorta di soluzione autoritaria e repressiva, ma il concetto principale è che si deve prevenire qualsiasi forma di illegalità diffusa”.
Questa in sintesi la “teoria delle finestre rotte”, che ha trovato piena realizzazione in Piazza Vittorio Emanuele II. Questo non vuol dire che in città non ci siano altre zone nelle stesse condizioni, ma quella piazza negli ultimi tempi è diventata l’esempio più eclatante del degrado sociale e urbanistico.

I vetri dei servizi igienici sono stati infranti nel mese di dicembre 2023 da tre giovinastri probabilmente della stessa squadra che ha operato a Capodanno 2024. Invece la scatola di fuochi d’artificio, visibile ancora sul tetto dei servizi igienici, giace dal mese di agosto 2023. Non credo ci sia altro da aggiungere.
Invece c’è da dire molto sul silenzio calato sul dibattito sui fatti di Capodanno. Come sempre accade, in questo paese, le tante parole in libertà non sempre sono seguite dai fatti. Impegnarsi nello studio e nella conoscenza della criminalità locale, elaborare proposte concrete fattibili per contrastarla è molto faticoso, pertanto la politica locale sceglie di occuparsi d’altro. Del resto è meno rischioso distrarre l’opinione pubblica con i pettegolezzi, da bar o da social network, invece che occuparsi delle tante illegalità diffuse cittadine.
Mentre sono ancora a piede libero molti protagonisti della bravata del 31 dicembre, la politica attende il prossimo episodio criminale per riprendere la riflessione politica e così via, fino alla prossima scadenza elettorale.








