Piano del commercio, ecco la bozza

Lunedì il provvedimento tanto atteso giunge in aula. Quattro le principali novità: vediamole

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di Lorenzo Piasani (www.molfettalive.it/…)

Tutti ne parlano, tutti lo cercano. Molti lo invocano, panacea di tutti i mali, e attendono il consiglio comunale di lunedì. Quando il Piano per il commercio su aree pubbliche arriverà in aula carico di attese, un po’ meno di novità.

Quella che circola al momento è solo una bozza, ma è per molti aspetti sovrapponibile al piano del 2006 e scaduto lo scorso 18 aprile. Un testo, quello approvato allora dal commissario prefettizio Magnatta, criticato un po’ da tutti, a destra e a sinistra. Che aveva autorizzato le postazioni cosiddette “fuori mercato”, e tra i cui paletti è stato difficile gestire la situazione dei commercianti ambulanti, letteralmente esplosa in questi ultimi due anni. Tanto da indurre la magistratura a far rispettare la legge.

Le novità più importanti rispetto a quattro anni fa sono quattro. L’utilizzo di box di 30 mq entro cui sistemare la merce, lo sdoganamento del “mercato diffuso”, con l'aumento delle postazioni a macchia di leopardo in tutta la città, l'istituzione di un nuovo mercato nella zona di espansione e la creazione di una nuova tipologia di area: quella, si legge, «stagionale per la vendita di angurie e meloni in quanto merce voluminosa dal 1 giugno al 15 settembre di ogni anno».

Le premesse del piano sono quelle illustrate dall’assessore Brattoli nel consiglio del 6 novembre dello scorso anno: piazze che hanno variato destinazione d’uso (da mercati a luoghi di svago), «carenza di medie strutture di vendita» e «assenza di strutture mercatali organizzate». L’intenzione, specifica il comune, è quella di creare «strutture di vendita omogenee che consentano di tenere sotto controllo gli spazi occupati per l’esposizione della merce».

Il nuovo piano avrà la durata di quattro anni.

Due le tipologie di autorizzazione. La “A” riguarda le postazioni fisse e dura dieci anni; la “B” quelle mobili, che permette «di effettuare soste per il tempo necessario a servire la clientela, e comunque non superiori a un’ora di permanenza nel medesimo punto, con obbligo di spostamento di almeno 500 metri decorso detto periodo con divieto di tornare nel medesimo punto nell’arco della giornata». Concesse, inoltre, postazioni in aree demaniali.

Nel primo caso, l’autorizzazione non potrà essere rilasciata «a diretto contatto con la superficie stradale» e, nello stesso mercato, non può cumularsi ad altre rilasciate allo stesso commerciante. Al contrario, un ambulante potrà ottenere più licenze per piazze diverse.

Il documento fissa, inoltre, gli orari di vendita (8-13 e 17- 20 per i mercati giornalieri; 8-14 per quelli itineranti e 7-14 per quelli settimanali). 

Quattro le piazze individuate come mercati giornalieri. Tre sono già operanti: Piazza Gramsci (in cui sono disponibili 17 posteggi), Minuto pesce e Madonna dei martiri. Tutta nuova è l’area nella zona di espansione a ridosso dell’ospedale, che dovrebbe accogliere venti postazioni (nove di ortofrutta, cinque di prodotti ittici, due di alimentari, una di somministrazione alimenti e bevande, una di fiori e piante, una macelleria e un’edicola).

In città, le aree consentite dovrebbero essere in tutto sedici. Quattro già operano oggi: il largo Apicella, la piazza nei pressi della parrocchia di S. Achille, l’incrocio tra le vie papa Montini e martiri di via Fani e l’area antistante piazza Minuto pesce. A queste si aggiungeranno: una nuova piazzetta nella 167 (due posti), piazza Mentana (che durante il mandato di Tommaso Minervini fu trasformata in parco giochi), piazza S. Michele (anche qui un ritorno), via Terlizzi angolo Via S. Allende, via G. di Vittorio, via Caduti sul mare angolo via Tridente, via Giovinazzo angolo via Leoncavallo, via cap. De Candia angolo via Cozzoli, viale dei Crociati, parallela via A. Salvucci, via Caduti sul mare angolo via E. Fermi, via G. Salvemini angolo via ten. Marzocca e via Mazzarella.

Le aree stagionali «per la vendita di angurie e meloni» sono state individuate lungo corso Fornari e nel parcheggio dell’ex mattatoio in via Madonna dei Martiri.

Con il voto favorevole dell’aula dovrebbe poi essere riconfermata la destinazione del centro storico a mercatino mensile di antiquariato, delle pulci e amatoriale; di piazza Principe di Napoli a mercatino di collezionisti «con cadenza domenicale periodica o stagionale» (dieci posteggi); e del parcheggio dell’ex Mattatoio a «esposizione e vendita temporanea e occasionale di prodotti dell’artigianato russo e polacco da parte di cittadini dell’Unione Europea».

Viale dei Crociati, la strada alberata che conduce alla basilica della Madonna dei Martiri, anche in questo piano con venti posteggi sarà la sede del mercatino etnico.

Confermate le sedi per la vendita di frutta secca (Madonna dei Martiri angolo via San Carlo e Mameli, via Madonna Delle Rose, piazza Gramsci, via Madonna Dei Martiri angolo via S. Rocco e l’area antistante Piazza Minuto Pesce) e quelle che ospiteranno le bancarelle della festa patronale (quest’anno tracimate fino al corso Umberto).

Alcune sagre avranno una nuova sede: viale dei Crociati e quella del nuovo mercato settimanale. La consueta fiera di San Nicola dovrebbe invece trasferirsi a ponente, in via Cagliero e via Mazzarella. La banchina San Domenico, infine, resterà la collocazione della sagra del pesce. Nota nostalgica: sparisce la fiera degli animali collegata alla festa patronale.

Questo il contenuto del piano che approderà lunedì in consiglio comunale. E il dibattito politico non mancherà.

C’è invece chi non siede in aula, ma qualche dubbio l’ha sollevato lo stesso: il Liberatorio Politico si chiede – dopo le due delibere del sindaco seguite al blitz dei carabinieri, che in alcuni casi hanno autorizzato postazioni nei pressi di aree sequestrate – se Azzollini non abbia ricevuto pressioni da qualche rivenditore per la stesura del piano. Pressioni che, secondo Matteo d’Ingeo, potrebbero aver fatto il paio con le minacce ricevute dal comandante di polizia municipale Gadaleta da un ambulante e alcuni episodi di ordine pubblico (vedere alla voce incendi).

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