Perché un nuovo comandante della Polizia Locale se ne abbiamo già uno?

Abbiamo appreso dall’Albo Pretorio comunale, attraverso la Determinazione Dirigenziale n. 66 del Settore Risorse Umane e Settore Servizi Finanziari e Istituzionali, che si è conclusa la procedura selettiva pubblica per l’assunzione a tempo pieno e determinato, con incarico a contratto, di n. 1 dirigente (comandante) dell’area del corpo di polizia locale. Sono stati ammessi alla procedura in nove e precisamente: Gadaleta Mauro Giuseppe, Perchiazzi Antonio, Benigni Roberto, Aloia Cosimo, Petruzzellis Vito, Panariello Emilio, Cogliandro Antonio, Pepe Vitamaria, Campanella Raffaele; mentre sono stati esclusi altri cinque candidati per carenza dei requisiti prescritti dal bando.

Dopo aver letto l’atto dirigenziale sono nate spontaneamente delle riflessioni. Premesso che il “Movimento Liberatorio” ha sempre considerato il Corpo della Polizia Locale una struttura fondamentale non solo delle amministrazioni Comunali, che si avvicendano, ma anche per l’intera comunità. E’ una sorta di cartina al tornasole della buona o cattiva amministrazione di turno e forse il biglietto da visita che ogni “Palazzo di Città” offre ai suoi cittadini e turisti. Non sempre abbiamo parlato bene dell’attività quotidiana che gli Agenti di Polizia Locale svolgono, non solo oggi, ma da decenni.

Con questo non si vuol additare il singolo, o condannare l’intera categoria, ma l’esperienza decennale e la conoscenza di fatti e situazioni particolari ci porta spesso a sospendere il giudizio sull’operato della Polizia Municipale di Molfetta o Polizia Locale. Purtroppo i fatti di cronaca recenti ci dicono, e ci confermano, che anche tra gli uomini dello Stato, o pubblici ufficiali, c’è il marcio come in tutte le categorie sociali e professionali. Ma, allo stesso tempo, si vuole spezzare una lancia a favore degli agenti di polizia locale. Loro, a differenza degli operatori delle Forze dell’Ordine, o Magistrati, non hanno solo il mansionario da leggere ed eseguire, ma hanno in più un “indirizzo politico” che spesso entra in rotta di collisione con i loro doveri di pubblico ufficiale. Per intenderci, se l’indirizzo politico del sindaco, o dell’assessore di turno, è quello di non dare fastidio agli abusivi del commercio, l’agente in servizio guarda e passa. Se poi è costretto all’intervento, perchè c’è qualche rompiscatole che denuncia, interviene scusandosi con il malcapitato, specialmente se pregiudicato, lo invita ad allontanarsi senza fare il verbale. In quel modo la cultura della legalità è calpestata e infangata, mentre la consegna dell’indirizzo politico è salva, senza pericoli di richiami dal Politico di turno. Naturalmente c’è anche la pecora nera che ha deciso di indossare la divisa per lo stipendio fisso ed evita grane con il prossimo.

Se siete giunti fino a questo punto della lettura vi starete chiedendo il perché di questa lunga premessa. Siamo partiti dai nomi e il primo nome degli ammessi non è uno sconosciuto che arriva da altre città per tentare di ottenere questo incarico, no, invece lo conosciamo bene e si tratta dell’ex Maggiore, oggi Commissario Superiore, dott. Gadaleta Mauro Giuseppe. Non è un concorrente qualsiasi, è stato Comandante della Polizia Municipale di Molfetta dal 2005 al dicembre del 2017 agli ordini del Sindaco Tommaso Minervini, Antonio Azzollini, Paola Natalicchio e i Commissari Antonella Bellomo (oggi Prefetto di Bari) e Mauro Passerotti.  Da due anni, ormai, non si avevano più notizie del dott. Gadaleta Mauro Giuseppe, tant’è che in tanti hanno pensano a un suo trasferimento. Certo, come ogni persona avrà i suoi pregi e difetti, forse non amato dai suoi ex sottoposti e da qualche cittadino, avrà sbagliato qualche volta anche lui come ognuno di noi, però è incomprensibile come un ufficiale con le sue risorse umane e professionali, da oltre due anni, è tenuto in un angolo di qualche ufficio quasi “demansionato” e “mobbizzato”. Tra le altre cose ricordiamo anche che Gadaleta nel suo curriculum personale ha numerose minacce e intimidazioni personali provenienti da pregiudicati che orbitano nel mondo del commercio dell’ortofrutta.

Lo stesso Tommaso Minervini che, durante il suo primo mandato a fine aprile 2006, lo nominò Capitano oggi invece, come mai ricorre ad un concorso pubblico, non interno, per scegliere il suo Dirigente Comandante? Come mai ha speso male il denaro pubblico per assumere un comandante esterno per soli due giorni la settimana per ben 55mila euro l’anno, per due anni (e lo abbiamo premiato facendolo diventare Dirigente negli ultimi mesi del suo incarico per assicurargli una buona pensione)? Perché abbiamo nominato nel frattempo un dirigente “amministrativo”, l’ing. Vincenzo Balducci, come Comandante della Polizia Municipale (anche se la legge non lo consente), prima che vada anche lui in pensione? Insomma questa amministrazione pur di non dare l’incarico a Gadaleta, spende soldi inutilmente e regala premi pre pensionamento. Intanto in città la percezione della sicurezza e della legalità è ai minimi storici.

Forse Gadaleta è inadeguato al ruolo di Comandante e Dirigente? Ma se lo fosse stato, qualcuno dei sindaci o commissari in tutti questi anni  lo avrebbero rimosso. Invece probabilmente l’ex comandante Gadaleta non si è voluto allineare a quelli che all’inizio abbiamo chiamato “indirizzi politici” e lo stesso Tommaso Minervini che nel 2006 lo aveva nominato Capitano, a fine 2017 ha deciso che non andava più bene. Ma noi pensiamo che contro Gadaleta si sia creata una sorta di “corrente politica” che ha chiesto al sindaco la sua testa perché ha osato “far rispettare la legge”. L’accanimento politico contro Gadaleta probabilmente comincia da quando ci furono le prove scritte del concorso per 10 posti di agente di polizia locale, svolte nei giorni 3 e 4 gennaio 2017, e Gadaleta era presidente della commissione. Il comandante aveva scoperto due candidati che copiavano il compito e li ha espulsi dall’aula della scuola media “Poli” di Molfetta, sede del concorso, facendo perdere loro la prova. Evidentemente gli espulsi erano molto vicini a qualcuno che conta nell’attuale maggioranza che governa la città e quindi il comandante Gadaleta doveva pagare e ha pagato. Ma se questa è la logica dei rapporti che devono esistere tra Amministrazione Comunale e un qualsiasi Comandante, che sia Maggiore o Colonnello, che sia molfettese o forestiero non credo si vada da nessuna parte e Molfetta è destinata a diventare una giungla di illegalità diffuse.

Pertanto chiediamo al sindaco T. Minervini, di avere il coraggio di rinnovare la fiducia al Commissario Superiore dott. Gadaleta Mauro Giuseppe, perché questa città ha bisogno di un Comandante della Polizia Locale che abbia esperienza, conosca il territorio, conosca i nostri cittadini buoni e cattivi, e soprattutto conosca gli agenti. Sono proprio loro a fare la differenza, perché se un sottoposto non esegue gli ordini del proprio comandante, o offre quotidianamente l’immagine sbagliata di pubblico ufficiale deve essere lui ad essere spostato ad altro incarico e non il suo comandante.

E poi, caro sindaco, se lei subisce pressioni politiche all’interno della sua maggioranza, tali da compromettere il buon andamento degli uffici di Polizia Locale deve denunciarle, oppure deve dimettersi perché non è all’altezza di “comandare”.

Una risposta a “Perché un nuovo comandante della Polizia Locale se ne abbiamo già uno?”

  1. Condivido a pieno il tuo penserò.
    Purtroppo Molfetta è nelle mani di politici che stanno facendo ciò che in passato non si è fatto, cioè catturare consenso con opere visibili che fanno beneficio all’occhio del cittadino. Questi alimentano anche le clientele e Pagani i dazi delle precedenti e future elezioni comprese le prossime regionali. Un consenso che sarà difficile intercettare!

I commenti sono chiusi.

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