Assemblea pubblica presso il Liberatorio Politico in via Federico Campanella oggi alle ore 18.00.
Crediamo sia giunto il momento della mobilitazione. Dopo gli ultimi roghi notturni non possiamo più tollerare il silenzio di chi ci amministra e soprattutto delle Forze dell’Ordine. Non si può più assistere inermi alla distruzione quasi quotidiana di beni privati senza conoscere i colpevoli; non possiamo più continuare ad essere svegliati di notte, avvolti nelle fiamme e guardare impotenti la distruzione della propria auto forse acquistata con molti sacrifici; non è più accettabile l’atteggiamento di chi, minimizzando i gravi episodi, solo per ottenere i risarcimenti dalle assicurazioni, sostiene le tesi dei corti circuiti o del mal funzionamento degli impianti elettrici delle auto. Ormai sono parecchi anni che a Molfetta di notte bruciano auto, oltre quelle saltate in aria con bombe carta, e non abbiamo mai saputo se esiste un filone d’indagine particolare.
Crediamo che il silenzio o il nascondere la verità non giovi a nessuno, anzi, si fa un piacere alla criminalità che continua sicuramente a trarre vantaggi dall’omertà.
Fino a qualche anno fa le forze dell’Ordine chiedevano collaborazione ai cittadini e alle associazioni presenti sul territorio perché sono le vere antenne in grado di fornire utili elementi alle indagini; fare i nomi dei cittadini a cui è stata distrutta l’auto non deve passare come violazione della privacy, ma il punto di partenza per trovare insieme la soluzione dei casi.
Ci piacerebbe sapere e riflettere insieme, per esempio, se è una coincidenza che negli ultimi mesi siano andate in fiamme le auto di due gestori di ristoranti (Adriatico e Palazzo de Luca); se sono clienti dello stesso elettrauto o hanno avuto problemi nella gestione del loro ristorante; l’auto del Dirigente al Commercio dott. Tangari, coinvolta qualche giorno fa nel penultimo rogo, in ordine di tempo, era l’obiettivo del “corto circuito” o le fiamme sono state provocate dal “corto circuito” di fianco?
Oppure qualcuno ha voluto lanciare un messaggio abbastanza chiaro a chi deve preparare la bozza del piano del commercio facendo attenzione alle “richieste” di qualche ambulante?
Insomma le ipotesi potrebbero essere tante e facilmente confezionabili e verificabili se fossero forniti più elementi. Naturalmente questi casi si conoscono perché la società civile li ha messi in rete e alcuni non si potevano proprio nascondere, per esempio le quattro auto e le luminarie bruciate durante la fiera paesana; ma quante auto sono state bruciate in questi nove mesi del 2010? Qualcuno lo sa? Lo dobbiamo chiedere ai periti delle assicurazioni che hanno verificato che si trattava di un semplice “corto circuito”?
Molfetta offre da sempre questi scenari e chi ha memoria lunga ricorderà bene cosa accadeva negli anni ’90; ogni qualvolta si colpiva un gruppo di “signorotti” locali, quasi automaticamente partivano le rappresaglie notturne contro il patrimonio pubblico e privato. Si distruggevano auto, panchine, cassonetti dei rifiuti, si sradicavano pezzi di pietra dei muretti del lungomare, si rompevano fioriere fino a quando non si otteneva qualcosa o si orientavano le scelte amministrative.
Non crediamo che questo ricorso storico sia diverso dai precedenti, ma oggi la città è scivolata verso livelli mai toccati prima di degrado sociale, di dissesto territoriale, disprezzo per il bene comune e di illegalità diffusa sino ai limiti di pericolose contiguità tra la politica e criminalità; la città è allo sbando e la classe politica che la governa è incapace di dare risposte.
“È il discorso sul malessere della città. Un malessere che, in modo spesso maldestro, vogliamo rimuovere dalla nostra coscienza e del quale facciamo fatica a prendere atto, forse perché troppo fieri del prestigio del nostro passato. Un malessere che si costruisce su impercettibili detriti di illegalità diffusa, sugli scarti umani relegati nelle periferie, sui frammenti di una sottocultura della prepotenza non sempre disorganica all’apparato ufficiale.
È il discorso sulla rete sommersa della piccola criminalità che germina all’ombra di un perbenismo di facciata. Sulle connivenze col mondo della droga che ormai non risparmia nessun gonfalone”.
E’ inutile negarlo le parole profetiche del luglio 1992 di don Tonino sono tremendamente attuali.
Per riflettere insieme e per promuovere iniziative concrete di mobilitazioni cittadina tendenti a riappropriarsi in primo luogo del proprio territorio in difesa del bene comune e privato si invitano i cittadini ad una assemblea pubblica presso il Liberatorio Politico in via Federico Campanella oggi alle ore 18.00.