«Mio fratello credeva nelle istituzioni, tanto da candidarsi al consiglio comunale in quelle elezioni di cui non riuscì a vedere l’esito». Così Giovanni Impastato, fratello del militante di democrazia proletaria, ucciso a Cinisi da Cosa nostra il 9 maggio del 1978 ricorda un Peppino che “appartiene a tutti” “senza rivendicazioni”. (www.liberainformazione.org)