Pass per disabili: la denuncia di un nostro lettore

Riceviamo e con piacere pubblichiamo una lettera pervenuta a firma di A.G. come contributo al post sui pass per disabili.

“Ci sarebbe molto da scrivere sulle condizioni del disabile e sulla disabilità in genere: l’invalido, o come veniva etichettato una volta "handicappato", è purtroppo strumentalizzato dalle persone che vivono intorno a lui per ottenere benefici non dovuti.

Ci sono tante leggi che tutelano i disabili ma le discriminazioni sociali rimangono sempre tante, troppe!

Lo Stato riconosce un’indennità minima mensile pari a 200 euro circa che non solo non rende ricchi ma non permette neanche di sopravvivere: nonostante tutto, molti invalidi preferiscono percepire quest’indennizzo mensile e rinunciano a lavorare per non perderlo.
Conosco nel contempo molti disabili autosufficienti che si sono lasciati alle spalle quell’etichetta di "parassiti della società" rinunciando all’indennizzo di invalidità, convinti di potersela cavare da soli, con le proprie forze e con un lavoro onesto.
La legge prevede l’inserimento nell’organico lavorativo di 1 dipendente invalido per ogni 20 lavoratori regolarmente assunti. Ma quanti disabili vengono realmente assunti dalle numerose aziende del nostro territorio? Pochi, ed i pochi fortunati sono spesso discriminati e trattati a "pesci in faccia" dopo che l’azienda ha terminato di sfruttare le rispettive agevolazioni fiscali (per la serie: “quando te ne vai?”).

Tra gli ulteriori “riconoscimenti” che lo Stato italiano promette, rientra il contrassegno per invalidi, noto come "Pass per disabili".
In origine era rilasciato dai Comuni ai disabili con carenza di capacità motoria negli arti inferiori o, in caso di disabile non autosufficiente, veniva assegnato al parente di primo grado o al tutore legale.
Successivamente venne concesso a tutti gli invalidi parziali o totali, temporanei o permanenti, affetti da patologie più o meno gravi, previa presentazione di idonea certificazione che ne attesti lo stato di invalidità del soggetto.
Ricordiamo che siamo Italiani ed è innata nella nostra indole l’arte dell’arrangiarsi, di raggirare sempre e comunque qualsiasi ostacolo.
A cosa mi riferisco: muore il disabile ma il tagliando, seppur scaduto, continua a essere utilizzato dai parenti; oppure i tesserini si moltiplicano magicamente, contraffatti, falsificati, fotocopiati, riprodotti.
E che dire del fatto balzato alla cronaca qualche tempo fa dove persino il Comandante dei vigili urbani del Comune di Roma è stato fotografato mentre parcheggiava in pieno centro su un’area dedicata ai disabili senza averne diritto e soprattutto utilizzando un pass di una persona che lo aveva perso!
I vigili urbani,
il cui compito primario è quello di regolamentare il traffico e di sanzionare l’irregolare, in questo quadro di illegalità diffusa, che tipo di controllo svolgono realmente sulle nostre strade cittadine?
E soprattutto: non possono multare i veri trasgressori?
Non voglio insegnare il mestiere a nessuno, ma vi dico questo perché mi è capitato di vedere notificare multe ad autovetture parcheggiate in sosta riservata con tanto di pass disabili esposto; ed il paradosso è che questa volta il pass era valido e legalmente autorizzato. Che io sappia ad oggi, su scala territoriale, sono due i ricorsi per questo motivo.

Ah dimenticavo: perchè vi scrivo queste cose? Perché sono un invalido e combatto da 30 anni per vedere riconosciuti i miei diritti, diritti che spesso mi sono stati negati!

Concludo con un augurio: che questo Natale riscaldi i cuori di tutti noi ed i cuori duri delle nostre istituzioni, dato che non si può assolutamente andare avanti così!”

Buone Feste!

A.G.

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