di GIULIANO FOSCHINI – bari.repubblica.it
I soldi offerti per Palermo-Bari. Quella litigata a Parma con Morrone che urlava “non erano questi gli accordi!”. Quegli strani personaggi negli spogliatoi e il sospetto che qualche compagno facesse il doppio gioco.Un altro giocatore è stato ascoltato, nella veste di indagato, ieri mattina a Bari: si tratta di Marco Rossi, ex difensore biancorosso quest’anno al Cesena. Rossi è stato senti per più di due ore, accompagnato dal suo legale Roberto De Maio (lo stesso che ha seguito Nicola Ventola anni fa in uno scandalo sul calcio scommesse che è finito archiviato sia penalmente che da un punto di vista sportivo).
Verbale secretato anche in questo caso, ma ritenuto “assai interessante” dagli investigatori. Da Rossi sono arrivate nuove conferme all’impostazione accusatoria. Avrebbe sostanzialmente raccontato la stessa storia di Andrea Masiello sulla partita con il Palermo: la riunione con Iacovelli e lo zingaro prima della gara, l’offerta di denaro per truccare l’1-3 (ma la gara finì poi 1-2). Rossi ha giurato di non aver mai preso gli 80mila euro promessi e di essersi rifiutato di entrare nella combine. “Io queste cose non le faccio” ha detto. Per poi però ammettere che effettivamente qualcosa di strano lo scorso anno a Bari è accaduto. A partire dalla gara contro il Parma quando fu picchiato negli spogliatoi da Morrone. “Mi diceva – ha detto in sintesi a verbale il giocatore – Non erano questi gli accordi ma io non sapevo di cosa stesse parlando”. Poi magari un’idea se l’è fatta. Anche perché nelle famose nove partite di campionato sulle quali sta indagando la procura di Bari lo spogliatoio ha cominciato a chiacchierare. Rossi ha confermato che Iacovelli era un frequentatore assiduo della squadra. E che spesso si vedevano in giro anche “brutte facce”, che lui non sarebbe individuare ma che per gli investigatori altri non erano che uomini vicini al clan Parisi.
Anche per questo motivo la dichiarazione di Rossi è ritenuta molto interessante dalla procura di Bari. Che in questo momento sta agendo a scaglioni ma che presto potrebbe unificare tutti i fascicoli: da una parte c’è il fascicolo dell’antimafia sul riciclaggio di denaro tramite le agenzie di scommesse, legate al clan Parisi. Fascicolo che sta seguendo direttamente il procuratore Antonio Laudati. Una decina gli indagati. Dall’altro c’è quello sull’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva sul tavolo del pm Ciro Angelillis e dei carabinieri del reparto operativo di Bari: iscritti sono Andrea Masiello, Marco Rossi, Alessandro Parisi, Simone Bentivoglio e Angelo Iacovelli. Da valutare le posizioni di Nicola Belmonte e Simone Padelli. La procura ha la certezza della combine sulla gara di Palermo ma sospetta su altre otto gare (sono le ultime nove dello scorso campionato).
Masiello ha raccontato di aver subito pressioni per la gara contro il Chievo, la Roma, la Sampdoria e di non aver mai accettato. E di aver preso “per paura” la mazzetta della gara contro il Palermo dagli Zingari per poi però restituirla immediatamente visto che la combine non era andato in porto. La Procura ha elementi concreti per sospettare che siano state truccate anche la gara contro il Brescia (0-2) e quella di fine campionato vinta contro il Bologna (4-0). E proprio quella contro gli emiliani sarebbe l’unica a far pensare a un coinvolgimento della squadra avversaria. Infine: dagli atti a disposizione, secretati e non, non emerge mai il nome di Almiron. Almeno per il momento. È tutt’altro da escludere che vengano ascoltati come persone informate dei fatti dirigenti del Bari, a partire dal direttore sportivo Guido Angelozzi.
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