Un’indagine interna sulla presunta truffa con l’ossigeno. La Asl vuol vederci chiaro. E il direttore generale Valdo Mellone già questa mattina potrebbe affidare ad un gruppo di lavoro l’incarico di approfondire la questione.
L’inchiesta arriva da Bari. Mesi e mesi di indagine svolta dai carabinieri del Nas si sono materializzati in un avviso di conclusione delle indagini notificato a 47 indagati fra medici, case farmaceutiche, informatori e titolari di ristoranti. Avrebbero fatto parte di un sistema che avrebbe truffato il sistema sanitario nazionale e la Regione. Il magistrato ipotizza anche il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Un colossale imbroglio, da sei milioni di euro, con le forniture di ossigeno liquido e di ventilatori polmonari. Secondo l’accusa la terapia domiciliare con l’ossigeno sarebbe stata prescritta anche quando il paziente non ne aveva bisogno. Inoltre, le bombole di ossigeno sarebbero passate da un paziente all’altro senza provvedere alla ricarica. Del sistema avrebbero fatto parte anche dodici salentini fra gli ospedali di San Cesario, Casarano, Gallipoli e Poggiardo. Le fatture gonfiate emesse dai ristoratori avrebbero permesso alle due società che producono gas farmaceutici (la Messer Medical e la Medigas Italia) di creare fondi neri per ricompensare i presunti medici compiacenti. I medici sono indagati per corruzione e truffa. Corruzione per aver ricevuto denaro ed altro per prescrivere ossigeno liquido e ventilatori polmonari. Truffa perchè quelle prescrizioni non sarebbero state necessarie ai pazienti.
«Attiveremo subito il gruppo di lavoro – assicura il direttore Mellone – allo scopo di prendere in esame il comportamento dei soggetti interessati e per verificare se si tratta di un episodio isolato oppure di qualcosa di più radicato».
L’inchiesta penale è nella fase dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. E, pertanto, impone cautela.
I tempi dell’indagine interna saranno celeri. Ma, per adesso, non saranno adottati alcun tipo di provvedimenti disciplinari nei confronti degli indagati.
«In caso di rinvio a giudizio – conclude perentorio il direttore generale Valdo Mellone – la Asl si costituirà parte civile».
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Il danno erariale presunto ammonta a sei milioni di euro. I fatti contestati sarebbero stati compiuti nelle province di Bari, Milano, Torino, Roma, Napoli, Lecce e Rieti coinvolgendo 13 strutture sanitarie tra cui la Fondazione "S. Maugeri" di Cassano.
I nomi degli indagati: Mautino Federico, Zingaro Angelo, Loseto Gaetano Giulio, Pompili Maurizio, Grassi Valentina, Scarpa Luigi, Ammassari Antonio Marco, D'Amico Patrizio, Di Sisto Adriano, Visaggi Pietro, Minnea Michele, Pietroforte Stefanangelo, Dell'Olio Nicola, Brunori Marco, Sarno Nicola, Genco Pasquale, Nuzzaci Antonio, Mandurino Luciano, Mosticchio Francesco, Ferramosca Liberata, Morlino Paride, Mauroantonio Giovanni, Perna Giuseppe, Colonna Davide, Rodio Dario, Donno Sandro, Quintana Antonio, Ierardi Claudio, Paglialunga Davide, Paglialonga Monia, Fontana Sergio, Fontana Giancarlo, Poggio Guido, Frascaro Teodoro, Fanelli Fabio, Spinosa Pierpaolo, Cerini Giuseppe, Arezzo Cesare, Picca Vito, Leuzzi Domenico, Di Napoli Pier Luigi, Bitetto Michele, De Florio Antonio, Toraldo Domenico, Pavone Giuseppe, Cassano Anna, Lacedonia Donato.