È stata rinviata al 20 gennaio del 2012 l’udienza preliminare a carico dei 142 imputati accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, dichiarazione dei redditi fraudolenta e omessa dichiarazione dei redditi. Tra questi, Oronzo Antonio Maria Amato, legale rappresentante della società molfettese di distribuzione Ingross Levante operante in tutta Italia con il noto marchio Migro Cash & Carry.
L’udienza, celebrata martedì nel tribunale di Trani, si è conclusa dopo il solo appello delle persone citate in giudizio. Questa la decisione del giudice per l’udienza preliminare Angela Schiralli, su istanza dell’avvocato Maurizio Masellis, difensore di decine di imputati.
Alla base della richiesta, difetti di notifica riguardanti l’avviso di fissazione della stessa udienza preliminare.
Si tratta del cosiddetto “processo madre” scaturito nel 2005 dall'Operazione Patrasso della Guardia di finanza che portò all’esecuzione di 49 ordinanze di custodia cautelare. I fatti contestati vanno dal 1999 al 2005. Sotto la lente d’ingrandimento del sostituto procuratore Giuseppe Maralfa un presunto meccanismo per aggirare l’Iva che sarebbe stato messo in atto dalla società molfettese.
Assieme ad Amato e ai suoi collaboratori, sono stati rinviati a giudizio acquirenti, titolari di altre società, aziende di autotrasporto e autisti.
Un altro procedimento, stavolta istruito dal sostituto procuratore Ettore Cardinali, è tuttora in svolgimento a Trani. Tra gli imputati lo stesso Oronzo Maria Amato e quattro grossisti. L’Agenzia delle entrate è parte civile.