L’INCHIESTA
Pilotavano le sentenze tributarie: 17 arresti
Quintavalle, i segreti nella pen drive
VIDEO Le prove che inchiodano giudici e commercialisti
Sentenze pilotate della Commissione tributaria provinciale in favore dell’imprenditore barese, dunque. I provvedimenti sono stati eseguiti dagli uomini del comando provinciale della guardia di finanza, su disposizione del gip SergioDi Paola a conclusione dell’inchiesta “Gibbanza 2”. Le accuse contestate a vario titolo agli indagati sono di corruzione in atti giudiziari, falsità ideologica in atto pubblico, abuso d’ufficio e occultamento e soppressione di atti pubblici.
L’operazione segue di un anno e mezzo quella denominata “Gibbanza”, che in dialetto barese significa tangente, che nel novembre 2010 fece finire nel registro degli indagati ben sei giudici tributari, uno dei quali fu arrestato insieme a tre commercialisti delle commissioni tributarie regionale e provinciale, e diversi commercialisti di aziende private. In tutto all’epoca furono indagate tredici persone e sequestrate cinque aziende, ventidue appartamenti e sessantadue terreni. Secondo l’ipotesi accusatoria i giudici sarebbero stati corrotti per ottenere agevolazioni nel trattamento riservato ad alcune aziende, provocando un danno all’erario pari a circa 100 milioni di euro.
Le rivelazioni fatte da alcuni indagati nel corso di quella prima indagine hanno consentito agli uomini della finanza di aprire un nuovo capitolo investigativo, coordinato dal sostituto procuratore Isabella Ginefra, riuscendo a chiudere il cerchio su altre sei persone. Importanti, in particolare, sarebbero state le dichiarazioni fornite nel corso di almeno cinque interrogatori dal giudice tributario Oronzo Quintavalle, all’epoca destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare. Anche in questa seconda tranche investigativa si parla di corruzione per ottenere trattamenti di favore nei confronti di un’azienda barese, che avrebbe ottenuto sentenze favorevoli dalla Commissione tributaria provinciale e di conseguenza indubbi vantaggi. Nell’ambito dell’operazione “Gibbanza 2” è stato anche effettuato il sequestro per equivalente del risparmio d’imposta ottenuto dall’impresa, pari a circa due milioni e mezzo di euro.