Operazione “Capaci”

Sergio Lari conferenza capaciConferenza Capaci

L’operazione Stragi della DDa e della DIA nissene di oggi svela l’esplosivo utilizzato per la strage e l’identità di coloro che lo reperirono e lo utilizzarono. Vennero utilizzati 200 chili di tritolo ricavato da quattro bombe della seconda guerra mondiale che alcuni pescatori di Porticello, consegnarono agli uomini di Graviano.

Il tritolo è un esplosivo ad alto potenziale distruttivo, ha spiegato il Procuratore Lari in Conferenza Stampa, e la quantità di 200 chili è veramente smisurata. Tanto che Riina dichiarò a Brusca: “Abbiamo tanto esplosivo da fare guerra allo Stato” . non poteva certo trattarsi dell’esplosivo da cava che lo stesso Brusca aveva procurato e che non sarebbe servito  a far saltare in aria l’autostrada Palermo-Trapani e uccidere Falcone alla guida di un’auto blindata.

La circostanza è rimasta segreta fino ad oggi perchè Riina, nell’affidare l’incarico a Graviano, non ne fece parola con nessuno, neanche con lo stesso Giovanni Brusca che preparava l’attentato. In altre parole il furbo capomafia incaricò contemporaneamente Brusca e i Graviano di Brancaccio senza che tra loro avessero contatti su tale delicato incarico. Il tassello ricostruito oggi dalla DDA nissena e dalla DIA ha consentito di dimostrare che la strage di Capaci è una strage di mafia, decisa ed eseguita soltanto da Cosa Nostra e che non esistono mandanti esterni. Proprio l’alto potenziale dell’esplosivo aveva fatto ipotizzare che servizi segreti deviati o appartenenti a servizi militari avrebbero potuto avere un ruolo logistico o di consulenza nella strage. Ma la scoperta odierna, ovvero che l’alto potenziale era dovuto al tritolo procurato dai Graviano, mette la parola fine su questo aspetto.

Del resto il procuratore Sergio Lari è stato chiaro in conferenza stampa. Lo stesso Riina, durante la pausa di un interrogatorio, gli ha spiegato che mai, un boss, il capo dei capi, si sarebbe “immischiato” con questi servizi deviati.

Le stragi di mafia, quindi rientravano in una precisa strategia di Cosa nostra che da un lato doveva colpire gli infedeli e gli inaffidabili, come Salvo Lima e i fratelli Salvo o i pentiti alla Totuccio Contorno, dall’altro doveva colpire i nemici, quali Falcone e Borsellino, ma al contempo, con la violenza inusitata delle stragi che sconvolsero l’opinione pubblica del mondo intero, poter sedere al tavolo della trattativa con lo Stato in una posizione forte se non addirittura dominante.

Altra importante novità suggellata da queste indagini della Dia di Caltanissetta è che il tritolo procurato dai pescatori vicini ai Graviano e prelevato dalle bombe inesplose della Seconda Guerra Mondiale, pescate nei fondali di Porticello, è quello utilizzato in tutte le stragi mafiose del ’92 e ’93 eccetto che per via D’Amelio. Lo ha detto in conferenza stampa Sergio Lari, sottolineando il dato investigativo. Alla conferenza stampa hanno partecipato oltre al capo della DDA, Sergio Lari, il magistrato della Dna Franca Imbergamo, il capo della DNA, Giusto Sciacchitano, il capo della Dia nissena, colonnello Scillia, il procuratore agiunto Domenico Gozzo, il direttore della Dia nazionale Arturo De Felice.

Ascolta l’intervento di Lari in Conferenza Stampa e il servizio di Alberto Sardo 

Ecco cosa scrive nell’inchiesta la DIA di Caltanissetta, QUI

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