Operazione antidroga “Gran Bazar” a Bisceglie: venti condanne. Tutti i nomi

Droga e soldi sequestrati a Bisceglie – archivio © n.c.

fonte: redazione http://www.molfettalive.it

L’organizzazione era ramificata in diversi Comuni (Bisceglie, Corato, Terlizzi, Molfetta e Trani), attraverso una rete di pusher assoldati per rifornire con continuità le piazze di spaccio di cocaina, hashish, marijuana ed eroina.

In più avevano a disposizione armi e munizioni. Sono venti le persone condannate (in abbreviato) dal Gup del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, per il traffico di droga operato nel Nord Barese tra il 2014 e il 2015 e smantellato nel marzo 2016 grazie all’operazione “Gran Bazar” dei carabinieri di Bisceglie. In tredici, allora, finirono in manette su disposizione del Gip di Bari e vennero sequestrati più di 250 dosi di cocaina, quasi mille dosi di hashish, diversi chili di marijuana e dosi di eroina, più una pistola, 50 cartucce e denaro in contanti. Le indagini erano state condotte dai carabinieri di Bisceglie dal luglio 2014 al giugno 2015, con il coordinamento della Dda di Bari.

Ora le condanne – con il rito abbreviato – sono intervenute per gran parte dei componenti dell’associazione, quasi tutti imputati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Le pene più alte per il coratino Michele Migliaccio, noto con il soprannome “il napoletano” (a 15 anni e 2 mesi), e il biscegliese Domenico Amoruso, detto “Mimmo il biondo” (14 anni e 4 mesi di reclusione), entrambi promotori, costitutori, dirigenti e organizzatori. Condannati anche il biscegliese Vincenzo Di Liddo, “u Buc” (6 anni e 8 mesi), i terlizzesi Gioacchino (detto “u kiù”, anche lui tra i promotori) e Vincenzo Baldassare (entrambi 6 anni e 10 mesi) e il tranese Luigi Colangelo (4 anni e 6 mesi, altro promotore), poi diventato collaboratore di giustizia. La sentenza non ha risparmiato nemmeno le donne del gruppo, tra cui la madre e dalla sorella di Migliaccio riconosciute anch’esse responsabili di associazione per traffico di droga (Assunta Larmino e Maria Luisa Migliaccio, condannate a 7 anni e 2 mesi).

Gli altri biscegliesi condannati sono: Luigi Amarante (6 anni e 8 mesi), Emanuele Di Liddo (6 anni e 10 mesi), Vincenza Ferrante (2 anni e 8 mesi), Antonio Salerno (4 anni e 2 mesi), Vincenzo Sasso (6 anni e 10 mesi), Leonardo Todisco (2 anni e 8 mesi), Vincenzo Ventura (6 anni e 10 mesi), Anna Zingarelli (4 anni e 2 mesi).

Condanne anche per i coratini: Filippo Di Pinto (6 anni e 10 mesi), Antonio Di Stefano (6 anni e 10 mesi), Maurizio Di Trani (6 anni e 8 mesi). Condannato anche il barlettano Antonio Angiullo (a 7 anni di reclusione). In particolare, Ferrante, Salerno e Zingarelli sono stati assolti dal reato associativo, ma condannati per i residui capi di imputazione; mentre altre 4 persone hanno ottenuto l’assoluzione piena.

Gli imputati (ad eccezione di Colangelo, Ferrante, Salerno, Todisco e Zingarelli) sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e saranno in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena; mentre Colangelo, Salerno e Zingarelli sono stati interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. Per Amoruso e Michele Migliaccio, infine, è stata ordina anche la misura della libertà vigilata per tre anni. Altre sette persone, infine, sono a processo con il rito ordinario.

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