Omicidio Fiore a Molfetta, aggredita anche una giornalista

Botte e minacce a operatore di PuntoTv e a cronista del Corriere del Mezzogiorno – www.puntotvonline.it

Due operatori dell’informazione aggrediti mentre svolgevano il loro lavoro a Molfetta, poco dopo l’omicidio di Alfredo Fiore al mercato ortofrutticolo. Oltre al nostro cameraman, che come vedete nelle immagini è stato prima colpito con uno schiaffo e poi, dopo essere stato strattonato è stato pesantemente minacciato presumibilmente da alcuni parenti della vittima, fra cui molte donne, anche la cronista del Corriere del Mezzogiorno Carmen Carbonara ha ricevuto un simile trattamento. La giornalista è stata aggredita mentre scattava fotografie con il suo telefono cellulare. Un gruppo di donne l’avrebbe prima minacciata e poi picchiata. L’avrebbero afferrata per i capelli e fatta cadere sottraendole il telefono. La cronista è stata soccorsa dai carabinieri che sono anche riusciti a recuperare il telefono, restituendoglielo. Medicata in ospedale, Carbonara ha riportato lesioni giudicate guaribili in pochi giorni. Solidarietà è stata espressa dall’Ordine dei Giornalisti e dall’Associazione della Stampa di Puglia “condannano il grave episodio – conclude la nota – che conferma la presenza di un clima sempre più difficile e ostile per gli operatori dell’informazione che ogni giorno sono impegnati nell’esercitare il diritto di cronaca”.

Spari al mercato di Molfetta freddato un fruttivendolo – corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Ha sparato in mezzo alla folla del mercato settimanale di giovedì di Molfetta. Il killer, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, aveva il viso coperto da un casco integrale e avrebbe esploso due colpi di pistola. E’ accaduto alle nove di questa mattina quando le bancarelle del mercato erano affollate di persone che stavano facendo la spesa. A terra in via Ugo La Malfa è rimasto Alfredo Fiore, 46 anni, fruttivendolo, già noto alle forze di polizia.

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LA RICOSTRUZIONE – I colpi, emerge dal primo sopralluogo della Scientifica e del medico legale, sarebbero stati esplosi a distanza ravvicinata. Il sicario sarebbe poi fuggito a bordo di una moto di grossa cilindrata. Sul posto ci sono polizia e carabinieri oltre al pm di turno della procura di Trani. I parenti della vittima giunti poco dopo sul posto hanno inveito contro le persone che si erano raggruppate attorno al luogo dell’omicidio. La pista investigativa seguita al momento è quella della criminalità.

LA GIORNALISTA AGGREDITA – La cronista Carmen Carbonara del Corriere del Mezzogiorno è stata aggredita mentre scattava fotografie con il suo telefono cellulare sul luogo dell’omicidio. La giornalista, sul posto per raccogliere elementi utili a raccontare il fatto di sangue, è stata prima minacciata e poi picchiata da un gruppo di donne, parenti della vittima. L’avrebbero afferrata per i capelli e fatta cadere sottraendole il telefono. La cronista è stata soccorsa dai carabinieri che sono anche riusciti a recuperare il telefono, restituendoglielo. Medicata in ospedale, Carbonara ha riportato lesioni giudicate guaribili in pochi giorni. Il Comitato di redazione del Corriere del Mezzogiorno esprime «sdegno» in una nota per «la violenta aggressione subita stamattina a Molfetta dalla collega Carmen Carbonara mentre svolgeva la sua attività di cronista». La cronista, si spiega nella nota, è stata «strattonata e malmenata da alcune donne nella zona del mercato settimanale di Molfetta, dove qualche minuto prima si era consumato un omicidio». La giornalista, alla quale si è tentato di sottrarre il telefonino, ha «evitato conseguenze peggiori solo grazie al tempestivo intervento dei carabinieri e dei vigili urbani. A Carmen Carbonara – conclude la nota del Cdr – la solidarietà di tutta la redazione del Corriere del Mezzogiorno»

LA VITTIMA – Era il capoclan dell’omonima famiglia ed aveva, tra l’altro, scontato una condanna per associazione per delinquere di stampo mafioso. Nel 1996 fu coinvolto in un blitz della Dda di Bari, coordinato dall’allora pm Michele Emiliano (l’attuale sindaco di Bari), che sgominò quello che i carabinieri definirono «il più grande bazar di stupefacenti nel Sud Italia» allestito a Molfetta e circondario. Fu condannato definitivamente a 13 anni di reclusione ed era uscito dal carcere un anno e mezzo fa. Ma Fiore passò alla cronaca anche per aver organizzato, nel 1992, una festa durante la quale maturò l’idea di organizzare in città un concerto del cantante napoletano Nino D’Angelo. La mancata autorizzazione a quell’evento da parte dell’allora sindaco di Molfetta, Giovanni Carnicella, fu all’origine dell’uccisione del primo cittadino il 7 luglio 1992 Per i suoi trascorsi, sull’omicidio odierno indaga anche la Dda di Bari con il pm Renato Nitti.

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IL SINDACO – «Siamo profondamente turbati dalla notizia di un omicidio in pieno giorno nel cuore del mercato del giovedì». Così il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, commenta l’uccisione di Alfredo Fiore. «Ho chiamato subito il prefetto – aggiunge – per chiedere un incontro urgente sulla situazione della sicurezza in città e la prossima settimana ci sarà l’incontro in prefettura». «Continueremo, come stiamo facendo da alcuni mesi, con maggiore fermezza nei nostri rapporti con il Viminale a chiedere l’istituzione di un commissariato di polizia a Molfetta – insiste Natalicchio – a potenziamento della Compagnia dei carabinieri che generosamente opera ogni giorno sul territorio». «La paura – conclude – è che Molfetta possa tornare indietro di vent’anni, faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità istituzionali per impedire che ciò accada».

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