La simbologia nelle storie di mafia parla molto più di una qualsiasi carta stampata. Il luogo dell’agguato, scelto non a caso, doveva essere pubblico e popolare frequentato da migliaia di cittadini in modo che il gesto criminale diventasse subito di dominio pubblico. Chi ha premuto il grilletto, a distanza ravvicinata, non è certo un rampollo criminale nostrano e ha parlato con lo stesso linguaggio che la mafia utilizza per le sue esecuzioni plateali. Tutti devono vedere e devono sapere che da oggi chi comanda in questa città “siamo noi” e non più la famiglia Fiore-Magarelli. Tutti si affannano a cercare l’identità di quel “siamo noi” nelle faide locali tra diverse famiglie, antiche ruggini che spesso sono sfociate in passato in regolamenti di conti che non avevano la stessa simbologia. Nulla di tutto questo. Chi non ha memoria storica degli ultimi ventidue anni, e deve indagare su quest’ultima esecuzione mafiosa, ricostruisca la scalata criminale delle singole famiglie, degli investimenti fatti dalle stesse a Molfetta e fuori Molfetta, dei prestanomi a cui hanno affidato i loro investimenti, dei loro referenti politici e tecnici locali che gli hanno assicurato licenze e permessi edilizi, i contatti che ognuno di loro ha avuto dagli ’90 con criminalità campana e calabrese, gli investimenti che da qualche anno la criminalità barese o della provincia ha fatto nella nostra città, chi gestisce il giro dei punti scommesse nati troppo in fretta in città, quanto la mafia albanese o straniera si sia radicata in città. Questo, e tanto altro ancora, è il quadro d’insieme di cui tener conto se si vuole conoscere la verità sull’esecuzione di Fiore Alfredo.
( “ONORE A TE – CUGINO SERGIO” )
Per quanto riguarda il nostro quotidiano possiamo da subito decidere se dare un contributo alla nostra battaglia contro le illegalità diffuse boicottando tutti quegli esercizi commerciali che a vario titolo, occupano quotidianamente abusivamente il suolo pubblico, si sono macchiati di delitti contro il patrimonio, hanno minacciato cittadini liberi che esercitano il loro diritto di denuncia, che sono stati favoriti dai politici nell’ottenimento di concessioni e licenze commerciali, che mostrano ed esercitano la loro arroganza e disprezzo per le regole di convivenza civile, che rendono indecorosa la nostra città, che abbiamo diretta o indiretta vicinanza alle famiglie che hanno distrutto con la loro attività criminale l’immagine della nostra Molfetta.
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