Nuove accuse per Capristo, si riparte da Lecce

L’ipotesi, tutta da riscontrare, è che Carlo Capristo abbia commesso illeciti anche quando era procuratore di Trani, partecipando alle «attività» dell’ex pm Antonio Savasta e dell’ex gip Michele Nardi, entrambi già condannati per corruzione in atti giudiziari. Dopo l’inchiesta-bis su Capristo, la Procura di Potenza ha raccolto alcune testimonianze molto circostanziate: gente che si è fatta avanti per raccontare episodi di presunta corruzione risalenti fino al 2016, cioè quando il magistrato barese (oggi sottoposto all’obbligo di dimora) era appunto a Trani. Proprio per questo il procuratore Francesco Curcio ha disposto la trasmissione degli atti a Lecce, competente a indagare sui giudici del circondario di Bari.

Va ricordato che nell’inchiesta-bis (quella che ruota intorno all’avvocato Pietro Amara e al presunto accordo corruttivo con Capristo, che sarebbe stato aiutato ad arrivare a Taranto in cambio di «benevolenza» nei confronti dell’Ilva) sono già emersi fatti relativi al Tribunale di Trani, tanto che Curcio e i sostituti Piccininni e Farina Valaori avevano chiesto anche l’arresto di Nardi e Savasta. Ma quegli episodi (per i quali il gip Amadei non ha concesso la mi- sura cautelare, rilevando che i fatti risalgono fino al 2012) erano stati ritenuti in qualche modo collegati a quelli tarantini così da radicare la competenza in capo alla Procura di Potenza. I nuovi fatti avrebbero invece valenza autonoma: se quella della Giustizia svenduta fosse una saga cinematografica, sarebbero una sorta di prequel rispetto all’inchiesta che nel gennaio 2019 portò all’arresto in carcere di Nardi e Savasta.

I racconti dei testimoni, come detto, andranno verificati. Ma il tema è sempre lo stesso: ricchi imprenditori messi in mezzo a indagini pretestuose, minacce di sequestri e arresti, situazioni risolte rivolgendosi agli avvocati «giusti» che avrebbero poi fatto da collettori per le mazzette destinate ai magistrati. Un sistema di cui già due sentenze hanno riconosciuto l’esistenza con riferimento a Nardi e Savasta (entrambi hanno presentato appello). Il gip Amodei ha scritto che il «rapporto preferenziale» tra Nardi e Capristo «risultava comprovato» da diversi episodi. Altri testimoni hanno raccontato dei rapporti stretti tra Capristo e Savasta. Nessuno è autorizzato ad applicare la proprietà transitiva, ma il modus operandi dovrà essere verificato per escludere altri episodi di corruzione giudiziaria. Martedì gli avvocati di Capristo hanno chiesto al gip la revoca dell’obbligo di dimora a Bari. [m.sc.]

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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