Nomi, Cognomi e Infami: geografia delle mafie a Milano – Giulio Cavalli
E’ tutta una questione di nomi. Puoi chiamare una stessa cosa in molti modi, usare circonvoluzioni linguistiche per dipingere prospettive lontane, ammorbidire i toni e i colori, ottundere il roboante impatto della realtà sui fatti, ma l’evidenza della sostanza, a uno sguardo diretto e sincero, appare fulgida in tutta la sua appariscente ovvietà.
Possono chiamarti finanziere creativo, ma bancarottiere è ciò che sei. Puoi definirti tombeur de femmes, ma puttaniere è ciò che resti. Possono dipingerti come un grande imprenditore, che usa codici e normative per costruire inespugnabili castelli circondati da foreste di inestricabili rovi, abile costruttore di labirinti, di matrioske societarie che rendono impossibile la ricostruzione di eventuali illeciti, ma evasore fiscale è ciò che sei e che resterai, anche se nessuna fedina penale attesterà la certificazione della tua infamia.
Attraversare indenni il filo spinato, il fascio di sensori laser posti a protezione del cuore costitutivo della nostra società è solo questione di forma, di parole, di nomi. Prescritto ti rende candido, immacolato, anche se hai commesso un reato. Senatore e Onorevole ti conferiscono il rango più ambito, il riconoscimento più elevato, anche se hai due condanne per concorso esterno in associazione mafiosa, anche se rappresenti il pericolo peggiore, anche se costituisci il criminale più pericoloso.
Dovresti essere rinchiuso e invece sei libero. Dovresti stare in basso, sepolto dentro al più ignobile dei letami e invece sei in alto, abusivo occupante di un posto nell’élite, agente inquinante disciolto nella crema della società, clandestino e indegno profanatore di meriti, onori e ricchezze che non ti appartengono e che come un barbaro invasore dissacri, sprecando e rovesciando calici di uva passa e riserve di ambrosia distillate per un palato meno rozzo, blasfemo ed eretico del tuo.
E’ tutta una questione di nomi se sei dove sei e non altrove. Per questo è importante chiamare le cose col loro nome. Per questo è importante che si faccia il tuo nome. E che, per una volta, sia quello vero. Il tuo nome di battesimo. Il tuo nome e, di seguito, il tuo cognome. Perché si capisca che sei un infame.
Perché sia finalmente chiaro che non sei nient’altro che uno sporco, squallido, miserevole… infame.