… Non abbiamo dimenticato, luglio 1992 – luglio 2018

26 anni fa un colpo partito da un fucile a canne mozze, in perfetto stile ma oso, colpiva a morte il Sindaco di Molfetta. Quel gesto stroncava, sul nascere, il tentativo di cambiamento della politica amministrativa locale, avviata da G. Carnicella, ed apriva il discorso della “rimonta, alla borsa dei valori, dell’idolo del profitto sulla sacralità della vita”.

Il tema della legalità, della sicurezza del territorio, della lotta alle ma e è uno dei punti essenziali dell’azione della CGIL!

Esso va affrontato però saggiamente, senza stereotipi perché, da una parte l’incapacità a modificare i nostri comportamenti che spesso sono andati ben oltre la semplice reazione alla rigidità delle regole del vivere civile, dall’altra le risposte legislative in materia di contrasto alla criminalità sovente inefficaci, ci hanno portati, per comodità, a vedere nel “diverso da noi” la causa del fenomeno criminale.

In occasione della visita del Sommo Pontefice addobbammo la sede della CGIL e tutte le finestre della Città con le bandiere arcobaleno, simbolo della pace, tema che ha animato tutto il magistero episcopale di don Tonino.

Sull’omelia che don Tonino tenne per i funerali del Sindaco Carnicella, vogliamo tornare e richiamare l’attenzione di tutti perché, a nostro parere, rappresenta l’istantanea scattata con la miglior macchina fotografica, di ieri e di oggi, del degrado politico e culturale nel quale il fatto criminale si concretizzò.

A 26 anni di distanza l’oblio del tempo trascorso ha rimosso dalla coscienza collettiva l’episodio drammatico, ma il substrato sul quale esso maturò resta inossidabile.

Non sono stati ancora rimossi i detriti di illegalità diffusa e permane la rete della piccola criminalità che germina all’ombra di un perbenismo di facciata, come dimostra il recente attentato all’abitazione di Matteo d’Ingeo.

E’ importante che la società civile non si rassegni e reagisca, perché la “cosa più pericolosa è il silenzio degli onesti

A due mesi di distanza dalla visita del Papa tiriamo nuovamente fuori dai cassetti il drappo della pace, che è anche segno di impegno civile, e, da qui al 7 luglio, esponiamolo alle nostre finestre facendogli un nodo per dire che non abbiamo dimenticato il sacrificio di “un amministratore coraggioso che stava dando chiari segni di inversione di marcia su sistemi colmi di arroganze consolidate” e per affermare che abbiamo il coraggio e voglia di cambiare, noi per primi, non offrendo con i nostri comportamenti più linfa alla malavita che mortifica la dignità delle persone, pone a rischio una sana concorrenza e libertà economica oltreché istituzionale, distoglie risorse che potrebbero essere impiegate per accrescere l’occupazione, in particolare, quella giovanile.

Camera del Lavoro CGIL Molfetta

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