I primari che non rispettano le regole e che soprattutto operano in regime di intramoenia senza dichiarare la propria attività privata alla Regione e quindi anche al fisco saranno allontanati dagli ospedali pugliesi. Quella annunciata dall’assessore Elena Gentile è una linea dura che ha già prodotto i primi risultati. La Regione o meglio due Asl pugliesi, quella di Bari e quella di Brindisi, hanno avviato le procedure per allontanare due primari. Lavoravano per conto di due ospedali pugliesi, ma avevano omesso di dichiarare che svolgevano anche attività privata nei propri studi. Un’omissione che viola il principio di esclusività che lega i medici alla struttura pubblica, ma che si è tradotta anche in una denuncia penale. Perché i due primari sono finiti al centro di una indagine della guardia di finanza.
E sono stati proprio i militari delle fiamme gialle, impegnati nella lotta alla evasione, a scoprire che i due primari lavoravano anche negli studi privati, omettendo non solo, così come prevede il regolamento, di versare una parte degli introiti alla Regione, ma anche di pagare le tasse. Quelle erogate dai due medici che ora rischiano il posto di lavoro erano prestazioni in nero: i primari in questione, in altri termini, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, non hanno rilasciato ai propri pazienti alcuna fattura. Escamotage che ha permesso loro anche di truffare la Regione Puglia e il fisco.
E sono stati i militari delle fiamme gialle a segnalare il caso alle Asl che ora hanno avviato le procedure di licenziamento dei due primari. L’assessore Elena Gentile ha più volte spiegato che episodi come questi non saranno tollerati. Sulle scrivanie dei dirigenti dell’assessorato ci sono i nomi di altri medici, sorpresi dalla guardia di finanza a non dichiarare la propria attività privata. In questo caso le Asl hanno avviato accertamenti per decidere se avviare la pratica per giungere all’allontanamento definitivo dei propri dipendenti infedeli. Qualora il caso dei due primari dovessero approdare in un processo penale, le Asl sono pronte a costituirsi parte civile contro di loro, invocando anche i danni.
E per due medici che rischiano di andare via e di perdere il posto, altri 700, invece, saranno assunti. L’assessore alla Sanità Elena Gentile, infatti, ha convocato per questa mattina i direttori generali di tutte le Asl pugliesi. Un incontro che si concluderà con una buona notizia: entro la fine dell’anno, saranno reclutati dalle aziende sanitarie locali 700 medici. Assunzioni che permetteranno di ridare nuova linfa al sistema sanitario pugliese. Altri 1400 medici, invece, saranno reclutati nei prossimi due anni.
Un risultato importante per la Puglia che a luglio ha incassato l’ok dei tecnici del ministero che ha valutato positivamente i risultati sia in termini finanziari che di riqualificazione del sistema sanitario pugliese. Il programma prevede lo sblocco del turnover, il completamento del piano di assunzioni (altre 1.600 unità tra medici e infermieri) e la possibilità di utilizzare risorse per ulteriori 120 milioni di euro. Nell’incontro i tecnici avevano certificato l’equilibrio di bilancio delle Asl, consentendo alla Regione Puglia di superare la diffida prevista dalla finanziaria del 2005 che prevedeva il blocco totale delle assunzioni per la durata del piano. L’incontro era stato aggiornato a settembre per permettere alla Regione di apportare alcune modifiche al programma di riqualificazione, soprattutto nella parte riguardante i livelli essenziali di assistenza.