Nella centrale dello spaccio anche due «segretarie»

fonte: http://edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it – di COSIMO DE GIOIA

«Mezza birra» per ordinare mezza dose di cocaina. Parlavano così al telefono i sette uomini arrestati ieri mattina dai Carabinieri della compagnia di Molfetta al termine di un’operazione contro lo spaccio di stupefacenti.

In manette: Alessandro Antonelli, 22 anni, detto «Budino»; Giuseppe Bisceglia, 29 anni («Scarcioff»), di Ruvo; Giuseppe De Nicolo, 26 anni, («Ringo»); Giuseppe De Nicolo, 32 anni, («Carletto»); Vincenzo Mariani, 23 anni, molfettese, soprannominato «Pupetto»; Gaetano Tempesta, 32 anni, «il Rosso»; Gianfranco Tamborra, 36 anni, «Cicetto». Coinvolte nell’inchiesta, ma a piede libero, anche una 24enne, a quanto pare convivente di uno degli arrestati, incensurata, domiciliata a Ruvo, e un’altra ragazza minorenne. Queste ultime, secondo l’accusa, si occupavano della contabilità e della gestione degli ordini che arrivavano via telefono.

I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del Tribunale di Trani, Maria Grazia Caserta, su richiesta del pm Mirella Conticelli. Per la 24enne la Procura di Trani ha disposto l’obbligo di firma, mentre la situazione della minorenne è al vaglio del Tribunale competente.

Si tratta, secondo quanto emerge dalle indagini, di una banda ben organizzata, per lo più di terlizzesi, alcuni imparentati tra loro, nomi già noti ai Carabinieri. Tutti, a quanto ipotizzano i militari, comunque collegati al presunto boss Roberto Dello Russo, ritenuto elemento di spicco della criminalità terlizzese e del Nord barese. In base alla prospettazione accusatoria condensata nell’ordinanza, gestivano il commercio di cocai- na, eroina e hashish su tutto il territorio di Terlizzi e nelle zone industriali di Molfetta e Ruvo.

L’indagine dei Carabinieri, coordinata dal comandante della compagnia di Molfetta, capitano Vito Ingrosso, e avviata un anno fa dal capitano Paolo Milici (all’epoca dei fatti comandante della tenenza di Terlizzi), ha permesso ieri mattina, alle prime luci dell’alba, di smantellare quello che gli inquirenti definiscono «un florido traffico di sostanze stupefacenti con oltre 2mila cessioni riscontrate nel corso delle indagini».

La banda appariva ben organizzata, strutturata su tutto il territorio terlizzese: la vendita della droga, a quanto emergerebbe, avveniva sia nelle strade del centro abitato, sia in alcune case di campagna. L’acquirente finale chiamava al te- lefono, ordinava una «mezza birra» o una «intera», dopodiché si fissava il luogo dell’incontro dove avveniva lo scambio. La droga veniva smer- ciata anche con l’ausilio di giovani minorenni, particolare considerato come aggravante da parte degli inquirenti. Prima di arrivare all’acquirente finale, le dosi venivano letteralmente «imboscate» all’interno di boccaccetti nascosti tra i muretti a secco delle campagne terlizzesi.

Proprio in una di queste vie, in prossimità di un  fabbricato rurale, lungo una strada vicinale che costeggia la linea ferroviaria, è stato colto in flagrante e arrestato uno dei componenti della banda, trovato in possesso di droga, armi e alcune migliaia di euro. «Lo smercio di droga avveniva anche a notte fonda, fino alle prime luci dell’alba», spiegano gli inquirenti. Una serie complessa di intercettazioni e pedinamenti ha permesso di chiarire come gli arrestati si fossero suddivisi la piazza dello spaccio formando due gruppi distinti, uno per lo spaccio di cocaina ed eroina, l’altro dedito all’hashish. L’approvvigionatore di entrambi i gruppi è ritenuto essere Tamborra. Sequestrato un rilevante quantitativo di droga e di denaro.

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