Nella cava di Corato continuano a brillare le bombe dei fondali molfettesi

Pronti ad esplodere altri 26 ordigni. Le operazioni si concluderanno domani ma, in caso di condizioni meteo sfavorevoli, potrebbero protrarsi sino a venerdì

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di La Redazione – Molfettalive

Oggi e domani verranno fatti brillare nel territorio di Corato ventisei ordigni esplosivi – fra bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive – sversati nel mare Adriatico alla fine della seconda guerra mondiale e ritrovati nei fondali della costa molfettese.

Le operazioni di «dispolettamento e brillamento» verranno effettuate dagli artificieri dell'11° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito di Foggia all’interno di una profonda cava al confine fra i territori di Corato e Ruvo.

Le bombe arriveranno dal porto di Molfetta intorno alle ore 9.30 e giungeranno alla cava attraverso la provinciale Ruvo-Bisceglie, che verrà chiusa al traffico per tutta la durata del trasporto. Attorno all’intera zona verrà anche definita una «danger zone» che prevede l’evacuazione nel raggio di 300 metri e l’adozione di tutte le misure finalizzate a garantire la massima sicurezza.

Secondo l'ordinanza emessa dal Comune di Corato, l'interdizione nella «danger zone» prevede l'allontanamento temporaneo di tutte le persone presenti, la sospensione di qualsiasi attività produttiva e l'interdizione veicolare dalle ore 9.00 sino al termine delle operazione che presumibilmente si concluderanno nelle prime ore del pomeriggio.

Gli ordigni vengono fatti brillare a Corato in quanto non è stato possibile bonificare le mine in mare, come avvenuto in altri casi. Le bombe al fosforo, infatti, sono in grado di generare energia termica a livelli sufficienti per annientare la vita marina degli ambienti circostanti.

Dalla Prefettura, dove si sono tenute diverse riunioni per pianificare le operazioni di brillamento, sono giunte rassicurazioni sull'assoluta mancanza di pericolo a livello ambientale, in considerazione del fatto che il fosforo bianco si distrugge a contatto con l'ossigeno e negli ordigni non vi sono altre sostanze in grado di penetrare nel sottosuolo.

La stessa Prefettura ha anche precisato che non verranno fatte esplodere bombe chimiche, per le quali è necessario un particolare e differente trattamento. I primi sessanta ordigni – tutti del medesimo potenziale di quelli che verranno fatti esplodere stavolta – sono stati fatti brillare nella cava di Corato nel maggio dello scorso anno poi ancora in altre due occasioni nel maggio di quest’anno e l’ultima solo un mese fa.

Le operazioni di brillamento si concluderanno domani ma, in caso di condizioni meteo sfavorevoli, potrebbero protrarsi sino a venerdì.

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