Mentre il Sindaco esprime soddisfazione per la condanna in primo grado del pregiudicato Paolo Lomuscio per il rogo del 4 novembre 2020, gli incendi d’auto non si sono mai fermati. L’ultimo nella notte tra il 3 e 4 marzo. Le immagini sono molto simili a quelle che ci scorrono in tv in questi giorni dalle zone di guerra. I Vigili del Fuoco avranno avuto serie difficoltà a spegnere il rogo per l’impraticabilità di quelle strade che partono da via Crocifisso e confluiscono in via Ten. Ragno.
Un atto criminale passato nel più assoluto silenzio delle istituzioni e dell’informazione (come altri avvenuti nei primi due mesi del 2022) che coincide e si interseca con altre situazioni. La contemporaneità con la notizia della condanna del Lomuscio e il convegno sulla legalità e mafia con Prefetto, don Ciotti e Procuratore capo Nitti. La strada in cui hanno bruciato l’auto non è una strada qualunque e anonima. A pochi metri dall’auto incendiata abita un noto esponente della famiglia Magarelli e poi l’elemento molto simbolico. In quel Vico I Santo Stefano dove hanno incendiato l’auto (al n.2/b) c’è un bene confiscato, la casa che fu di Alfredo Fiore, ammazzato da un sicario nel marzo 2014.
Ma tutto questo è solo una mera coincidenza e probabilmente l’incendio sarà, ancora una volta, l’epilogo della solita vendetta passionale o del più facile corto circuito. E domani a chi toccherà?