Qualche giorno fa avevamo parlato dei problemi giudiziari del gruppo Marseglia ed oggi tocca alla grande famiglia Marcegaglia e ai conti segreti scovati all’estero.
Queste aziende stanno costruendo, nel nostro territorio, impianti per la produzione di energia “pulita”; speriamo che i giudici blocchino oltre i loro conti segreti anche le loro centrali, perché all’orizzonte vediamo poca energia pulita e molta “puzza di bruciato”.
Ecco cosa hanno scritto della famiglia Marcegaglia i giornalisti Walter Galbiati e Emilio Randacio de “la Repubblica”.
Toccherà all’Agenzia delle Entrate di Mantova, o ai pm elvetici, muovere i prossimi passi sui conti esteri della famiglia Marcegaglia. La questione sollevata nell’ambito dell’inchiesta Enipower, condotta dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, è tornata di attualità con una missiva arrivata qualche giorno fa dalla Svizzera, in cui si chiedeva cosa fare di quei conti oggetto di una rogatoria internazionale.
Sono rapporti cifrati attraverso i quali sono passati i fondi neri del gruppo Marcegaglia, soldi in parte utilizzati per pagare una tangente per accaparrarsi una commessa milionaria da una controlla dell’Eni.
La tangente ammontava a un milione e 158mila euro e fu versata nel 2003 al manager di Enipower, Lorenzo Marzocchi, per un appalto di caldaie del valore totale di 127 milioni.
Per la Procura di Milano, il tutto si era chiuso non molto tempo fa, a marzo 2008, quando Antonio Marcegaglia aveva deciso di patteggiare una pena di undici mesi (sospesa) e di saldare il conto con la giustizia versando circa 6 milioni di euro.
Ora le carte dell’ inchiesta sono finite a Mantova, dove l’ Agenzia delle Entrate dovrà verificare l’ esistenza di eventuali reati fiscali. A Milano ovviamente non rimane più nessuna inchiesta, come ha confermato ieri il procuratore aggiunto Greco.
Subito dopo la chiusura delle indagini, la Procura aveva autorizzato la Guardia di Finanza a trattare le posizioni di tutti gli indagati coinvolti con la precisazione «di non utilizzare i conti provenienti dalla rogatoria svizzera», ha sottolineato ieri Greco.
Un iter ben radicato in quelli che sono i rapporti bilaterali in tema di giustizia esistenti tra Italia e autorità elvetiche. Di estremo interesse, invece, sono apparse le dichiarazioni di Antonio Marcegaglia rilasciate nei verbali davanti ai pm milanesi, dove ricostruiva per filo e per segno la movimentazione di quattro conti svizzeri accesi presso la Ubs di Lugano e di Chiasso.
Gli ordini sui conti li impartiva Antonio Marcegaglia, mentre i beneficiari economici erano il padre Steno e la sorella Emma, l’attuale presidente di Confindustria. Parole messe a verbale nel novembre di 4 anni fa, pochi mesi dopo che la procura di Milano aveva scoperto una lunga serie di irregolarità nella distribuzione degli appalti per la costruzione di impianti energetici in varie parti d’ Italia. Per questa vicenda, il gip Guido Salvini, definì i metodi scoperti dalle indagini delle Fiamme gialle come il ritorno di una nuova Tangentopoli.