Nel 2013 la corruzione è costata alla Puglia 32 milioni di euro

bari.repubblica.it

Nel 2013 la corruzione ha avuto per la Puglia un costo di 32 milioni di euro. Un aggravio  di cui risentono per primi i cittadini: è questo, secondo il procuratore regionale della Corte dei Conti pugliese, Francesco Paolo Romanelli, che il “fenomeno della corruzione”, in particolare negli “appalti” e nei “lavori pubblici”, ha prodotto in Puglia nel 2013.

Secondo la relazione diffusa oggi nel corso della inaugurazione dell’anno giudiziario 2014, il procuratore ha evidenziato che, “come nel resto d’Italia, anche in Puglia il fenomeno della corruzione è presente in tutte le pubbliche amministrazioni” e i relativi “settori di attività”.

“Il numero dei reati commessi da dipendenti e amministratori pubblici – ha sottolineato – è sempre elevato e riguarda la concussione, il peculato, la corruzione, soprattutto, l’abuso d’ufficio”. Nel 2013, a fronte di 8.467 fascicoli istruttori pendenti, ne sono stati aperti 3.654 mentre ne sono stati archiviati 2.936. La giacenza finale, al 31 dicembre 2013, ammontava a 9.129 fascicoli.

I giudizi introdotti sono stati 56 (quattro i ricorsi per sequestro conservativo) per un danno complessivo di circa 32 milioni di euro. Di questi, ne sono stati recuperati sei milioni e 300mila. La percentuale delle sentenze di condanna emesse, è pari al 77% di quelle depositate nell’anno (contro il 70% della media nazionale, ndr), e l’importo del danno accertato ammonta a circa 15 milioni e 200mila euro. Ci sono stati casi “di illecita distrazione di fondi da parte di società private” incaricate “della riscossione di tributi e altre entrate locali”, con “gravi squilibri” nei bilanci degli stessi enti. Così come non sono mancate, nel 2013, “le istruttorie per illegittimo conferimento di incarichi di consulenza e collaborazione a soggetti estranei alla pubblica amministrazione”, sotto forma di “manifeste elargizioni benefiche essendo del tutto evanescenti gli effettivi obiettivi perseguiti”.

“Molteplici” anche i casi “di frodi perpetrate da beneficiari di contributi e finanziamenti pubblici, compresi quelli di origine comunitaria”, la cui “responsabilità va ravvisata in capo al soggetto privato” che ha utilizzato il contributo. Infine, per quanto riguarda i reati ambientali, la relazione ricorda, tra l’altro, “i mega-parchi fotovoltaici” realizzati violando la normativa regionale; e l’apertura dell’inchiesta della magistratura “sull’inquinamento prodotto dall’Ilva” di Taranto.

Un fascicolo è stato aperto anche sui gruppi consiliari. “In risposta – si legge nella relazione – i gruppi hanno documentato di aver spontaneamente provveduto a ripianare il presunto danno, mediante versamento in favore del bilancio regionale, di tutte le somme oggetti di contestazione, per un importo complessivo pari a circa 90mila euro”. Per questo il fascicolo è stato archiviato

“Il quadro che ci viene fornito dalla Corte dei Conti pugliese, è un quadro che, radiografando la persistenza dei fenomeni di malversazione e illegalità, li colloca tuttavia dentro una condizione fisiologica” ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commentando la relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti pugliese, Francesco Paolo Romanelli, alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della giustizia contabile.

“Questa – ha detto – è una Regione che l’anti corruzione la sta costruendo modificando i modelli di organizzazione del lavoro, cercando di portare a trasparenza tutti i procedimenti amministrativi”. “Insomma – ha concluso Vendola – non accontentandosi di sventolare una bandiera ma facendo fare un avanzamento ogni giorno in termini di controllo sociale su tutto ciò che fa l’amministrazione”.

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