Nel 2007 una lettera aperta di Pino Amato ai cittadini, prima del processo che lo condannerà in primo grado

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Nel 2007 il sig. Pino Amato, ex assessore alla Polizia Municipale, dopo il provvedimento cautelare scrive una lettera aperta ai cittadini molfettesi e dichiara di essere meravigliato per tutto quello che stava subendo. Dopo qualche anno arriva la sua condanna in primo grado ed oggi, in attesa del giudizio in appello, si ricandida a Sindaco della città. A voi il giudizio.

Una lettera aperta di Pino Amato ai cittadini di Molfetta (2007)

“Ho deciso di scrivere questa mia lettera, dopo tanto “fango” gettato sul mio conto nella vicenda che mi ha colpito con un provvedimento cautelare nei miei confronti, dopo due anni di indagini, che non ero più assessore.

Non riesco a capirlo, strano anche il modo di come sono iniziate le indagini, e il dubbio sulle motivazioni: perché solo alla Polizia Municipale e non al personale o ad altre deleghe che avevo? È tutto così strano che mi sembra un brutto sogno dal quale non riesco ancora a svegliarmi. Non penso di meritarmi tutto questo!

Sono stato accusato di “voto di scambio”, dopo due anni che sono andato candidato, non vedo l’ora di potermi difendere nelle sedi opportune, dove potrò dimostrare che sono una persona che non si è arricchita, che ho sempre svolto la mia attività di amministratore cercando di aiutare sempre i cittadini e i più deboli, forse a volte con molta disinvoltura, in un sistema da tutti utilizzato e dal Sottoscritto Contestato.

Non ho mai utilizzato la Politica per costruire “palazzi”, non ho cooperative edilizie, non ho mai preso soldi, non ho mai avviato attività per trarre vantaggio dall’assessorato da me gestito.

In quei pochi mesi in cui ho fatto l’Assessore non ho mai dato un appalto alla “Securpol”, la ditta edile di mio fratello non ha mai costruito e non ha avuto vantaggi, ha sempre fatto lavori condominiali aggiudicandosi il lavoro con l’offerta più vantaggiosa per il Condominio, si del condominio, di questo stiamo parlando, e non di Lavori Pubblici. Il “Ser Molfetta”, con me non centra assolutamente niente, mai stato un serbatoio di voti per me.

Per quanto riguarda le autorizzazioni e concessioni sono state date dall’Assessore prima di me, e non ho mai Condizionato né indotto nessuno a dare autorizzazioni del Suolo Pubblico in quanto il dirigente le ha sempre date in piena autonomia.

Non ho mai costretto nessun commerciante a votarmi, anzi ho cercato di mettere ordine in Città attraverso l’Annona, avendo trovato una situazione disastrosa, con un Comando “litigioso” e allo “sbando” del tipo “chi arriva prima la mattina comanda ….”; anche la Stampa denunciava ogni giorno l’abusivismo in Città e nessuno se ne occupava, “tanti Generali e pochi Soldati” … qualcuno in particolare invece di attivarsi per eliminare il fenomeno, essendo Pubblico Ufficiale, studiava come liberarsi dell’altro per raggiungere qualche posizione o livello in più sotto il profilo personale, cosa di fatto accaduta.

Sono sereno del mio operato, in questa Città non pochi si sono arricchiti dalla politica, approfittandosi del ruolo occupato e questo è verificabile.

La cosa che considero più grave è lo “sciacallaggio” fatto da qualche frustrato della Politica che non avendo mai avuto nessun consenso dalla Città “spara sempre nel mucchio” facendo apparire che in questa Città è possibile fare tutto facendo apparire corrotti tutti i cittadini, per fortuna così non è e la Democrazia Popolare delle Urne è Sovrana e gli elettori sanno giudicare, essendo i veri giudizi della politica.

Nonostante tutto quello che mi è accaduto sono sereno ed ho fiducia della Giustizia e nella Costituzioni, se “La Legge è Uguale per Tutti”, con la speranza che questa mia vicenda possa concludersi quanto prima per me e per le persone che mi sono vicine.

È importante per me sottolineare che già molte delle accuse fatte dal P.M., che è ricorso in cassazione non accettandone il giudizio, sono state rigettate dal Tribunale della Libertà.

Tutta questa vicenda mi ha colpito profondamente, sia sotto il profilo umano che politico, mi ha segnato a tal punto che avevo deciso di abbandonare tutto, ma non mi è sembrato corretto nei confronti di tutti coloro che mi hanno dato fiducia e mi hanno sostenuto ed invitato a “non mollare”.

Mi è sembrato doveroso scrivere questa mia lettera aperta alla Città per far conoscere i fatti, a smentita degli articoli di accusa nei miei confronti, ricambiando la stima e il rispetto degli elettori e dei cittadini tutti di cui sono e mi sento parte.

In questo paese sta crescendo una cultura che quando il problema non si può risolvere bisogna eliminarlo.  Se sono un problema ditelo, ma questa non è democrazia“.

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 Augurando al sig. Amato la piena assoluzione, nel processo d’appello, ci interessa conoscere e approfondire il “sistema” che crea consenso oggi in politica. Il nostro giudizio su questo sistema sarà sempre severo al di là delle sentenze definitive. Gli atti processuali e i fatti narrati sono più severi delle sentenze.


1) La Securpol e Pino Amato
2) Pino Amato ordinava la soppressione delle multe o la loro riduzione.
3) Pino Amato “consiglia” la vigilanza privata armata (suo fratello) al “VEGLIONCINO PER   BAMBINI” del Carnevale Molfettese

4) Pino: “Le devi dire che se non viene a parlare con me, lei non lavora,…”… “Questa si deve mettere a disposizione”…

5) L’uomo che combatteva i poteri forti, faceva votare a Molfetta un candidato di Forza Italia, Massimo Cassano

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