di GIOVANNI DI BENEDETTO – bari.repubblica.it
La decisione sembra di quelle irrevocabili, al termine di un tira e molla durato fino a tarda sera. Paola Natalicchio, dal 2013 alla guida di una coalizione di centrosinistra, non è più la sindaca di Molfetta. E la sensazione è che non sia come quando le ritirò con la benedizione di Debora Serracchiani, numero due del Partito democratico. Non le va, ha detto, di “vivacchiare invece che governare”, non ci sta a “vivere costantemente sotto ricatto”.
Lo ha ammesso senza problemi, “non siamo un bel centrosinistra”, come a dire che senza numeri non si va da nessuna parte. I conti sono presto fatti: “I consiglieri che sostengono l’amministrazione non sono più 17, ma 13. L’esatto risicato numero che serve a tenere in piedi una seduta e ad approvare i provvedimenti. Tecnicamente potremmo andare avanti, sopravvivere, ma io sono tesserata al partito della mia coscienza e nessun sindaco può mentire alla propria città”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ultimo consiglio comunale, dove si discuteva di imposte comunali per il 2016: un argomento propedeutico al bilancio di previsione. L’opposizione ha lasciato l’aula e quattro consiglieri del Pd erano assenti. Due giustificati, gli altri hanno abbandonato. Roberto Lagrasta e Annalisa Altomare hanno bocciato senza mezzi termini l’azione amministrativa parlando di una manovra scollegata dal bilancio e di un bilancio non condiviso. E’ stato allora che il primo cittadino ha spiegato di non poter accettare “un continuo trattare, trattare, trattare”, di “non sentirsi mai libera di prendere le decisioni giuste per la città”. Concludendo di non voler tradire il centrosinistra, ma constatando che la coalizione, almeno quella del 2013 che l’aveva portata a vincere le elezioni, non esiste più.
La fronda, ormai è chiaro, è tutta interna al Pd, che a Molfetta ha due anime. Il segretario cittadino Piero De Nicolo ammette l’esistenza di una spaccatura interna e spiega di non condividere che le critiche siano state sollevate in consiglio comunale: “Sarebbe stato più giusto risolvere la questione all’interno”.
Paola Natalicchio, giornalista che si era presentata come l’assoluta novità dopo gli anni in cui a Molfetta aveva governato il centrodestra con il senatore Antonio Azzollini, si era già dimessa a luglio del 2015. Anche in quel caso disse di sentirsi ostaggio dei partiti: in particolare del Pd, all’interno del quale c’erano fibrillazioni già dalla campagna elettorale per le regionali quando molti sostenitori appoggiarono la candidatura dell’assessore uscente Guglielmo Minervini, passato alla corte di Nichi Vendola.
Le dimissioni precedenti
La lettera di dimissioni del Sindaco Paola Natalicchio 22.7.2015
Molfetta, si è dimessa il sindaco Paola Natalicchio 18.7.2015