
L’ordinanza che ha portato all’arresto del 54enne medico barese: soldi per saltare le liste d’attesa, ma ad amici e parenti prestazioni gratuite – fonte: Matteo Diamante e Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Una sera di fine estate del 2024 un paziente si sarebbe presentato a casa del medico con una busta di mitili, molto probabilmente datteri. E qualche giorno dopo avrebbe raggiunto il dottore nell’ambulatorio dell’ospedale di Molfetta dove lavorava come cardiologo per farsi visitare. Secondo la Procura di Trani quei frutti di mare rappresentano il prezzo della corruzione. Prima e dopo quell’episodio altre sei volte, tra luglio e ottobre 2024, il dottor Angelo Balzano, 54 anni, di Bari, avrebbe ricevuto denaro dai pazienti visitandoli «privatamente» all’interno del un «Don Tonino Bello». Per l’accusa lo avrebbe fatto assicurando loro che in questo modo non avrebbero dovuto attendere i tempi lunghi della sanità pubblica, guadagnandosi così un’accusa di concussione che – insieme a quelle di corruzione, peculato e truffa – ieri gli ha aperto le porte del carcere.
Dalle presunte concussioni il medico avrebbe intascato 630 euro, pari a 50-100 euro per ciascuna visita. Per i suoi parenti, ma anche per amici suoi e di colleghi, invece le prestazioni sarebbero state gratuite, ma fatte utilizzando strutture e attrezzature della Asl: da qui l’accusa di truffa e peculato per 1.163 euro, pari al valore degli accertamenti diagnostici eseguiti tra elettrocardiogrammi ed ecodoppler. A cui aggiungere il valore, non quantificato, del «regalo» in datteri.
L’indagine dei carabinieri nel Nas di Bari, coordinata dai pm di Trani Giuseppe Francesco Aiello e Francesco Tosto, è partita proprio da quella busta di frutti di mare. Gli investigatori avevano sotto controllo, nell’ambito di un’altra inchiesta, un 60enne bitontino – indagato ora per la corruzione al medico – che poi si è scoperto essere paziente di Balzano. Il venditore di frutti di mare è stato intercettato mentre consegnava al cardiologo i mitili proibiti. Così sono stati avviati gli accertamenti sul medico. I militari hanno così verificato – anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, audio e video – che Balzano usava le attrezzature e i macchinari ospedalieri per effettuare esami, di fatto creando «un sistema parallelo rispetto al meccanismo di prenotazione ordinario». In sostanza appuntamenti paralleli rispetto alle liste ufficiali del Cup della Asl.
Ci sarebbero stati anche pazienti privilegiati a cui veniva riservata una corsia preferenziale. Si sarebbe trattato, in questi casi, di colleghi ed amici che, quando avevano bisogno, si rivolgevano direttamente al professionista che subito si adoperava per eseguire le prestazioni durante l’orario di servizio, utilizzando sempre la strumentazione dell’ospedale. Dopo aver intuito di essere sotto indagine, lo specialista avrebbe anche tentato di inquinare le prove, suggerendo ad alcuni dei pazienti dai quali aveva intascato indebitamente il denaro, le risposte da fornire ai carabinieri che li avevano convocati in caserma. Da qui la contestazione del pericolo di inquinamento probatorio.
Enorme a Molfetta lo sdegno dei pazienti dopo aver appreso la notizia dell’arresto del medico. «È incredibile – uno dei commenti sentiti ieri al Cup di Molfetta -. Per avere una visita cardiologica bisogna attendere mesi, nonostante un quadro clinico compromesso, e invece c’è chi intasca soldi per anticipare illegalmente delle prestazioni. Dovrebbero essere i medici a farsi paladini di una lotta contro un sistema che non funziona e che penalizza principalmente la povera gente. La stessa pronta a svenarsi per poter anticipare una visita».
Il medico è assistito dagli avvocati Andrea Moreno e Alessandro Iacobellis e lunedì, dinanzi al gip di Trani Ivan Barlafante che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, potrà fornire la sua versione dei fatti.