Molfetta, il bagno a mare fa ancora paura

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di Lucrezia d'Ambrosio (www.lagazzettadelmezzogiorno/…)

MOLFETTA – Il mare torna a fare paura. È di nuovo allarme ostreopsis, l’alga tossica che provoca febbre, problemi intestinali, bruciore alla gola e difficoltà respiratorie. Sono decine le persone rimaste intossicate nell’ultima settimana. La presenza dell’alga, secondo gli esperti, non è assolutamente riconducibile alla presenza, nei fondali del litorale molfettese, di ordigni di ogni tipo. Non lo è neanche la fioritura eccezionale dell’alga che provoca poi, per aerosol, problemi ai bagnanti e a quanti si fermano vicino al mare anche solo per passeggiare.

Sta di fatto che, solo per fare un esempio, ad oggi non si conoscono ancora le cause dell’infiammazione vaginale che, il 27 luglio dello scorso anno, ha costretto due donne a fare ricorso a cure mediche. Una delle due donne ha dovuto anche sottoporsi ad intervento chirurgico per asportare parte dei tessuti vaginali contaminati da una sostanza chimica non meglio definita. Quelle due donne avevano trascorso qualche ora in spiaggia, in località Gavetone, il tratto di mare negli anni scorsi sottoposto a bonifica di ordigni bellici, inserito nella mappa dei siti ancora da bonificare.

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/foto/28125.jpgE non si conoscono ancora le cause delle piaghe che si aprirono sulle mani dei pescatori nell’autunno scorso. Anche in quel caso si parlò di ostreopsis. Questo significa che eccezionali fioriture possono anche provocare piaghe ai bagnanti. I dati diffusi dall’agenzia regionale per l’ambiente, in relazione alla presenza di ostreopsis, fanno riferimento ad analisi sulle acque effettuate fino alla prima metà di luglio in località Prima Cala. La presenza delle cellule di ostreopsis in quel tratto di mare è modesta. Nessuna campionatura di acque è stata fatta, almeno non risulta dai dati pubblicati sul sito dell’Arpa, nel tratto di mare tra Molfetta e Giovinazzo e in prossimità di Torre Gavetone.

Ed è proprio lì che si registra il maggior numero di persone colpite dall’alga killer. Sarà forse una coincidenza, ma le cose stanno così. Non tutti i bagnanti fanno ricorso ai medici del pronto soccorso. Molti si rivolgono al medico di famiglia, altri fanno da soli. Le segnalazioni di casi sospetti continuano ad aumentare e viaggiano anche su facebook, la piazza virtuale dove si può sapere tutto di tutti e le notizie corrono veloci.

Di mare, di ordigni, di alga tossica si discuterà venerdì, di fronte al porto, sulla banchina seminario. Sarà Matteo d’Ingeo, il coordinatore del Liberatorio politico, lo stesso che l’anno scorso investì l’Arpa dei problemi di salute delle due donne rimaste ustionate dopo essersi bagnate al Gavetone, ad illustrare gli aspetti principali di un dossier realizzato sulle condizioni nel mare a Molfetta. Tutto questo mentre è stata avviata la «fase due» del piano, di bonifica da ordigni bellici nel Porto di Molfetta.
La prima fase si è conclusa sabato scorso con il disinnesco e il brillamento di altri cinquanta ordigni bellici. Le operazioni di bonifica sono cominciate a luglio del 2008. Ad oggi sono stati recuperati e brillati 2500 ordigni, alcuni caricati con sostanze chimiche. Un particolare: gli involucri degli ordigni sono di metallo, spesso, lo ammette anche la Nato in documenti ufficiali, non superano i tre millimetri. Quegli ordigni sono in mare da oltre mezzo secolo. Da ingenui pensare che quegli involucri siano ancora integri.

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