Molfetta “CITTA’ DENUCLEARIZZATA”

 comunedenuclearizzato
“…Gli arsenali di tutto il mondo sono stracolmi di armi convenzionali e nucleari, e il potenziale distruttivo, così accumulato, equivale a circa un milione di bombe come quelle di Hiroshima; senza disarmo si avrà la certezza assoluta di una crescita esponenziale del rischio di guerre atroci, tali da sconvolgere l’intera umanità, rischio che è ormai ai margini della certezza; la pacifica convivenza e l’autodeterminazione dei popoli costituiscono valori inalienabili”….
Queste parole sembrano così attuali eppure risalgono al 5 febbraio 1985 e sono la premessa di un ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale dell’epoca (con delibera n.144) con cui si dichiarava il territorio del Comune di Molfetta zona libera da armi nucleari; si chiedeva, anche, al Governo e al Parlamento di non adottare decisioni o provvedimenti che prevedevano e potevano determinare l’installazione, la costruzione e il trasporto di armi nucleari, chimiche e batteriologiche nel territorio del Comune di Molfetta.
Inoltre impegnava il Sindaco e la Giunta Municipale a non firmare atti o documenti contrari allo spirito di questa dichiarazione.
Dopo oltre un anno da quella delibera, su sollecitazione di don Tonino Bello, già presidente nazionale di Pax CHRISTI, e dal movimento pacifista cittadino, il 22.12.1986 il consiglio comunale (con delibera n. 591), ancora all’unanimità, approvava un nuovo ordine del giorno che dava attuazione al proprio deliberato n.144 del 5.2.1985 (con il quale si dichiarava il territorio del comune di Molfetta “DENUCLEARIZZATO”) mediante l’installazione agli ingressi della città di apposita segnaletica che esplicitasse la volontà di quel consiglio comunale.
Per qualche anno i cartelli, esposti agli ingressi in città, sono stati ben visibili e riportavano l’avviso “Comune DENUCLEARIZZATO”; oggi quei cartelli non ci sono più e sono stati sostituiti da ben altra ironica dicitura, e cioè “Città dei fossi”.
Il messaggio di quei cartelli, oggi, sarebbe stato ancor più giustificato e cioè che il nostro territorio non avrebbe mai potuto ospitare, non solo arsenali di guerra nucleare o di altro tipo, ma non avrebbe potuto mai ospitare una centrale nucleare.
Invece il nostro Sindaco, in barba alle regole democratiche, non ha mai tenuto conto di quella decisione presa dal Consiglio Comunale ben 25 anni fa e dichiara pubblicamente che lui ospiterebbe quasi con orgoglio, nel territorio comunale, una centrale nucleare se solo il governo lo chiedesse.
Le sue sono state dichiarazioni pubbliche in un convegno tenutosi a Bisceglie nel luglio 2008, ma il suo orientamento non è molto cambiato da allora e in linea con il programma del Governo.
Quella decisione saggia fu presa da un consiglio comunale (un po’ diverso da quello attuale) dove maggioranza e opposizione avevano rispetto reciproco e usavano la dialettica politica per confrontarsi, anche usando toni alti, ma sempre avendo l’obiettivo della tutela del bene comune.
Allora, il 5 febbraio 1985, non c’era lo spettro della catastrofe nucleare di Cernobyl ma la consapevolezza di una scelta antinucleare e pacifista ebbe ragione d’essere dopo il disastro di Cernobyl nell’aprile del 1986.
Pertanto, per una serie di ragioni ben comprensibili e nel rispetto dei regolamenti e leggi comunali, credo sia necessario che il Sindaco Azzollini faccia ripristinare i cartelli illegittimamente rimossi per affermare con chiarezza che Molfetta è una “Città Denuclearizzata”.

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