
I carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito a Modugno un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di due persone indagate per omicidio, porto e detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo mafioso e in concorso. Secondo le indagini uno degli indagati, a bordo dell’autovettura condotta dall’altro, nella serata del 27 settembre 2005, nella zona Cecilia del comune di Modugno, raggiunse ed uccise con l’esplosione ravvicinata di ripetuti colpi di pistola Amleto Mercante, all’epoca quarantottenne.
Le indagini, condotte in diverse fasi anche tramite servizi di osservazione, controllo e pedinamento, e supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. L’omicidio si inquadrerebbe in ambito mafioso, nel conflitto tra due bande criminali locali: sarebbe stato una ritorsione per un gesto sacrilego e oltraggioso commesso da Mercante nei confronti di un appartenente ad altro clan, da lui ritenuto responsabile di una rapina ai danni della nipote. Mercante lo avrebbe prima percosso e poi avrebbe oltraggiato la memoria del padre defunto, strappandogli dal collo la medaglietta con la foto. Individuate responsabilità anche in capo ad altri due soggetti del clan, indiziati quali mandante e presunto responsabile della distruzione dell’arma utilizzata per l’omicidio, gettata in mare aperto e mai ritrovata. Gli altri due sono già detenuti per altra causa.
Gli arrestati sono Cosimo Caputo, di 52 anni, ritenuto dagli inquirenti esecutore materiale dell’omicidio, e Sebastiano Petrone, di 46, che guidava l’automobile che portò il killer sul luogo dell’agguato. Per questo stesso omicidio, nel dicembre 2007 furono processate e assolte (con sentenza divenuta irrevocabile) altre tre persone nei confronti delle quali sarebbero ora emersi ulteriori elementi che ne confermerebbero il coinvolgimento. La loro posizione sarà probabilmente rivalutata. Le indagini che hanno portato agli arresti odierni sono coordinate dal sostituto procuratore Domenico Minardi.