Mentre la notte molfettese diventa sempre più incandescente, la politica tace

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Nella notte ancora due auto incendiate in via Massimo D’Azeglio e da ciò che resta della vernice, di una delle due, vengono fuori le ultime lettere del nome di un noto ristorante molfettese.

Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l’idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d’indagine unico.

Sarebbe auspicabile se, dopo sette anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d’occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se, a Molfetta e nelle città limitrofe, si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi.

Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbe anche ipotizzare un collegamento con i ritrovamenti di esplosivo nelle campagne molfettesi e nelle mani di noti malavitosi locali; il collegamento tra tutti gli esplosivi usati in questi anni; scoprire se i liquidi usati per gli incendi sono gli stessi; se le assicurazioni delle auto danneggiate sono le stesse e se negli ultimi anni sono aumentate le polizze assucurative contro gli incendi; se i proprietari degli esercizi incendiati e delle auto hanno ricevuto in passato altri “avvertimenti”; se nelle zone in cui avvengono gli incendi d’auto ci sono garage che hanno incrementato il numero di auto custodite; mettere in relazione gli atti dolosi con le minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l’avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali. Insomma le piste da seguire sarebbero tante, se solo ci fosse la volontà di aprire un’indagine seria.

E poi le responsabilità della politica. Da quando si è insediata la “Nuova Molfetta” sembra che in questa città vada tutto bene, non una parola spesa per gli incendi delle auto, non una convocazione urgente del Consiglio Comunale sull’ordine pubblico perché, evidentemente, credono che con i “cantieri di servizio” si risolvono i problemi della sicurezza sociale e della prevenzione, mentre in città è dilagante l’illegalità diffusa e l’attività microcriminale ed è in forte aumento la ripresa, in alcune strade, dell’attività di spaccio di droga. Per ultimo, non per minore importanza, dobbiamo ricordare ai molfettesi la vergognosa vicenda del “Comitato Comunale di Monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, da noi voluto con forza e deliberato con atto n.37 del 15.10.2014

Ebbene dopo un anno quel comitato non è mai stato convocato perchè privato di una componente importante e necessaria, qual è la cittadinanza attiva che doveva far parte ufficialmente di quel Comitato e invece è stato ridimensionato a semplice invitato qualora l’istituzione lo ritenga necessario. Su questo punto invitiamo ancora una volta il Presidente del consiglio comunale a riportare in aula il provvedimento per ripristinare la costituzione del “Comitato Comunale di Monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” così come era nato nel 1997.  E domani a chi toccherà? 

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