Medico Asl con doppio lavoro, Gdf sequestra 40mila euro

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Aveva firmato con l’A.S.L. di Bari un contratto di “esclusività” impegnandosi a non esercitare la libera professione se non all’interno dell’azienda ospedaliera di appartenenza (c.d. regime intramoenia) oppure, all’esterno, rispettando determinate condizioni imposte dalla legge (c.d. intramoenia allargata), godendo, per questo, delle indennità incentivanti previste per i dirigenti sanitari pubblici.

In realtà, attraverso complesse e minuziose indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, durante le quali sono stati sentiti in atti ben 150 pazienti, le Fiamme Gialle di Molfetta (BA) hanno smascherato il dipendente pubblico “infedele” che, con una partita IVA attiva da più di dieci anni (la cui comunicazione era stata omessa all’A.S.L. di appartenenza), esercitava, di fatto, attività in regime di “extramoenia”, visitando centinaia di pazienti presso il suo studio privato di Molfetta.

Nello specifico, è stato accertato che il medico, oltre ad usufruire indebitamente dei cospicui benefici economici previsti per gli “esclusivisti”, aveva effettuato visite “private” anche nei periodi in cui risultava assente dall’ospedale per malattia o corsi di aggiornamento, incassando le parcelle dai suoi clienti, con un ingiusto profitto a danno del S.S.N..

Al termine delle indagini, il professionista è stato denunciato per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e falsità ideologica. Inoltre, il P.M. inquirente, condividendo il quadro accusatorio delineato dai finanzieri di Molfetta, chiedeva ed otteneva dal gip del Tribunale di Trani il sequestro preventivo “per equivalente” dell’importo di circa 40 mila euro, pari alle indennità indebitamente riscosse, già eseguito su alcuni c/c bancari nella sua disponibilità.

La posizione del dirigente pubblico è stata segnalata anche alla Corte dei Conti di Bari per gli eventuali profili di responsabilità contabile e amministrativa in termini di “danno erariale”.

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