Il consiglio comunale di Scanzano Jonico (Matera) è stato sciolto per sospette infiltrazioni mafiose. La decisione è stata presa dal ministro dell’Interno, la potentina Luciana Lamorgese, sulla base della relazione del prefetto di Matera. Il provvedimento è stato già formalizzato e porterà al commissariamento del comune jonico per i prossimi 18 mesi.
Il giorno dopo la chiusura di Matera capitale europea 2019, a pochi chilometri di distanza dalla città dei Sassi, in Basilicata si attesta formalmente la presenza della criminalità organizzata.
Il Metapontino è da sempre zona di racket, specie nel settore agricolo, principale attività redditizia. Capannoni bruciati, rapine, sparatorie. Vere e proprie esecuzioni, come quella accertata pochi mesi fa a Montescaglioso.
È stato don Marcello Cozzi, esponente di Libera, presidente del Cestrim e della Fondazione nazionale antiusura a mettere in guardia, da anni, sulle infiltrazioni del sistema mafioso in questa terra purtroppo non più vergine. L’ultima volta, il 4 febbraio scorso, quando il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, aveva portato a conclusione una complessa operazione nel Metapontino, sgominando il famoso clan Schettino.
“Oggi come mesi fa – era stato l’appello di don Cozzi – la Dda di Potenza e le forze dell’ordine, a cui va sempre il nostro sostegno e incoraggiamento, ci dicono che non dobbiamo mai arrenderci, mai fermarci, mai abbassare la guardia. E che ora si può: ci si può e ci si deve fidare, si può e si deve parlare, si può e si deve denunciare. La differenza fra oggi e ieri è che ieri potevamo solo immaginare chi creava terrore oggi li chiamiamo per nome e li guardiamo in faccia“.
Sono stati quattro i blitz della Dda di Potenza nel Metapontino nell’ultimo anno. Lo stesso Curcio, nel giorno del suo insediamento a Potenza, quasi due anni fa, aveva dichiarato che “in Basilicata la mafia esiste” e che andava solo dimostrato. Adesso è il ministro Lamorgese a sfatare il mito della Basilicata isola felice.