Matarrese, la Procura di Bari chiede fallimento della Finba

La difesa del patriarca Michele: «Sempre a testa alta e con la schiena dritta» – fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Non ha voglia di fare polemiche, ma garantisce che anche questa brutta parentesi verrà superata. Martedì i militari della Finanza hanno lavorato fino a mezzanotte per portare avanti le perquisizioni ordinate dalla Procura di Bari nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta per distrazione che riguarda alcune aziende della famiglia Matarrese. Ma Michele Matarrese, pur non essendo indagato, ci mette la faccia: «Io e i miei due figli, Salvatore e Marco – dice il patriarca della famiglia- sapremo far valere che abbiamo in noi tutti la stessa “pasta” di mio padre e del loro nonno Salvatore. Nella loro vita i Matarrese hanno sempre proceduto a testa alta e schiena dritta».

Uno scatto di orgoglio a fronte dell’ipotesi, tratteggiata dai pm Lamberto Marazia e Desirèe Digeronimo, che quattro esponenti della famiglia Matarrese (oltre a Marco e Salvatore ci sono Amato e Antonio, i fratelli di Michele) abbiano concorso a causare il dissesto di alcune proprie società con lo scopo di sottrarre una parte del patrimonio alla mannaia del fallimento, ma anche di blindare la «nuova» impresa di costruzioni della famiglia (la Salvatore Matarrese srl, nata dopo il concordato preventivo della omonima «spa» che 10 anni fa era prima per fatturato al Mezzogiorno) all’influenza degli eredi del quarto fratello Vincenzo, entrati in rotta di collisione con i cugini.

Una vicenda molto complessa su cui adesso dovrà fare chiarezza la Procura, esaminando i documenti e le memorie elettroniche acquisite martedì anche da quattro amministratori delle società coinvolte. Il fascicolo è stato aperto dopo gli approfondimenti svolti sull’istanza di concordato preventivo della Icon, una società con sede a Lecce che produce materiali edili e che poi è stata dichiarata fallita ad aprile, dopo che i commissari nominati dal Tribunale ne hanno rilevato lo svuotamento con la svendita ad altre società del gruppo del 50% della controllata Betonimpianti e di alcuni terreni agricoli su cui insistono le cave di pietra utilizzate dalla società. Operazioni definite «sospette» e che ora saranno soggette a revocatoria.

La Icon sarebbe stata svuotata anche dei beni di impresa e poi a sua volta venduta a una società neocostituita. A quel punto il nuovo liquidatore (Valerio De Luca, 61 anni di Surbo, uno degli indagati) avrebbe denunciato ai carabinieri di Novoli lo smarrimento delle carte di circolazione di quattro autocarri e di due semirimorchi che invece, secondo gli accertamenti della Finanza, erano stati ceduti ad altre società riconducibili all’imprenditore Oronzo Trio, 41 anni di Lecce (indagato), a cui fanno capo anche le società che hanno acquistato le cave. «Le cessioni immobiliari effettuate da Icon – secondo la Finanza – , dopo essere passata nella gestione e proprietà della Sodelva (amministrata da De Luca), riguardante terreni adibili a cava che rappresentavano primari asset della società fallita, sono avvenute in favore di società riconducibili di diritto e di fatto a Trio Oronzo senza peraltro che il presso (comunque ritenuto incongruo dai curatori fallimentari) sia mai stato pagato alla cedente».

I pm ritengono che il gruppo sia gravato da 320 milioni di debiti. E la situazione più delicata riguarda la Finba, la finanziaria di famiglia. Per evitarne il fallimento (chiesto dagli eredi di Vincenzo), i Matarrese hanno presentato e fatto omologare un piano di ristrutturazione del debito. Ma secondo la Finanza avrebbero nei fatti «sfilato» dalla holding la nuova impresa di costruzioni di famiglia, così da estromettere i cugini dalla gestione. Dopo l’avvio delle indagini anche la Procura di Bari ha presentato una istanza per chiedere il fallimento della Finba: se verrà accolta, anche l’impresa di costruzioni (il vero gioiello della famiglia) tornerebbe sotto il controllo del Tribunale.

 

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