Fine delle misure cautelari per Rocco, Donato e Corrado Altomare.
L’ex dirigente del settore Territorio, suo fratello e suo figlio sono in libertà per decorrenza dei termini di custodia, stabiliti in sei mesi. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani avrebbe respinto al contempo la richiesta di patteggiamento dei tre, arrestati lo scorso 23 giugno nell’ambito dell’inchiesta “Mani sulla Città”, assieme ad altre sei persone.
Rocco Altomare, sempre su disposizione del gip, si è visto commutare la misura cautelare domiciliare in obbligo di dimora. Libertà senza alcuna restrizione per suo fratello Donato e suo figlio Corrado, già sottoposto all’obbligo di dimora fuori città.
La procura di Trani non ha ancora avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.
Rocco Altomare, secondo le indagini, sarebbe stato al centro di un presunto sistema messo su per una gestione monopolistica dell'edilizia molfettese. Una volta finito in manette, ha dovuto aspettare quasi due mesi per la concessione degli arresti domiciliari, scontati prima in Basilicata e poi a Molfetta. Arresti domiciliari interrotti sul finire dell’estate da 48 ore di detenzione in carcere per la presunta violazione delle misure restrittive cui era sottoposto.
La Procura di Trani aveva puntato il dito contro l'operato del suo ex studio tecnico "A&D". Di questo facevano parte Giambattista del Rosso, Nicolò De Simine, Alessandro de Robertis, Marta De Giglio, e Gaetano Di Mola, prima costretti ai domiciliari, poi tornati in libertà. Stessa sorte per Mauro Spadavecchia, imprenditore estraneo allo studio e liberato agli inizi di luglio.