Quarantotto ore di carcere per Rocco Altomare, arrestato assieme ad altre otto persone lo scorso 23 giugno nell'operazione "Mani sulla città".
L'ex dirigente del settore Territorio, ai domiciliari da agosto, avrebbe violato le misure restrittive cui era sottoposto. Di qui, nei giorni scorsi, la decisione del gip del Tribunale di Trani di ricondurlo in cella. Successivamente, su istanza dei suoi legali, Altomare è tornato agli arresti domiciliari.
L'ingegnere, secondo le indagini, sarebbe stato al centro di un presunto sistema messo su per una gestione monopolistica dell'edilizia molfettese. Una volta finito in manette, ha dovuto aspettare quasi due mesi per la concessione degli arresti domiciari, scontati prima in Basilicata e poi a Molfetta.
La Procura di Trani aveva puntato il dito contro l'operato del suo ex studio tecnico "A&D". Di questo facevano parte Giambattista del Rosso, Nicolò De Simine, Alessandro de Robertis, Marta De Giglio, e Gaetano Di Mola, prima costretti ai domiciliari, poi tornati in libertà. Stessa sorte per Mauro Spadavecchia, imprenditore estraneo allo studio e liberato agli inizi di luglio.
Resta ai domiciliari Donato Altomare, fratello di Rocco. Differente misura cautelare per Corrado, figlio dell'ex dirigente.
Ma è vero che i loro avvocati sono a spese nostre?
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