Manfredonia, mafia in Comune: ecco i legami dei politici con i clan

Le indagini scaturite da un esposto anonimo, hanno permesso di accertare «uno stretto legame tra il vicesindaco di Manfredonia, Salvatore Zingariello, e uno dei responsabili dell’eccidio del 9 agosto 2017, elemento del clan mafioso Li Bergolis», cioè Giovanni Caterino. E’ uno dei passaggi della relazione di 140 pagine presentata dalla commissione antimafia che si è insediata lo scorso 9 gennaio nel Comune di Manfredonia. Comune che mercoledì scorso è stato affidato a una commissione straordinaria dal Consiglio dei ministri a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali. Il Comune era già stato sciolto lo scorso 21 maggio 2019 a seguito delle dimissioni del sindaco.

Secondo la relazione, «è confermata anche la circostanza relativa alle parole di cordoglio espresse» dal sindaco di Manfredonia «Angelo Riccardi alla morte di Franco Magno, noto istruttore di arti marziali di Mafredonia, fratello di Carlo Magno, reo confesso dell’assassinio di Saverio Tucci, avvenuto in Olanda».

Secondo quanto si legge nel documento, «ulteriori aspetti d’interesse sono emersi a carico del consigliere comunale Antonio Conoscitore (Udc), titolare del 30% delle quote societarie della ‘Biessemme srl’, unitamente a Francesco Romito, amministratore unico di maggioranza, e Pasquale Capuano, socio al 30%». «Francesco Romito – si legge nella relazione – è parte della nota famiglia criminale dei Romito, attiva su Manfredonia. Nei confronti della società Biessemme la prefettura di Foggia ha adottato una interdittiva antimafia».

«L’aspetto che assume rilievo – per i commissari – è che: un consigliere comunale di Manfredonia è socio unitamente a un componente della suddetta famiglia di Manfredonia e che la società di cui detiene una rilevante quota è titolare di concessioni comunali e, per di più, ha eseguito opere abusive».

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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