di FRANCESCA RUSSI – bari.repubblica.it
"L'impressione generale è che la magistratura e le forze dell'ordine stiano fronteggiando efficacemente il crimine organizzato in tutta la Puglia grazie anche al sostegno della società civile pugliese che tiene alti i valori della legalità e, salvo casi episodici, non si lascia sedurre, come in altre regioni, dalle organizzazioni mafiose". Lo ha affermato il presidente della commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu al termine delle audizioni svolte a Bari. "Questo – ha aggiunto Pisanu – non deve far sottovalutare i rischi, che sono alti, soprattutto in una regione come questa che è la più vitale e dinamica del Mezzogiorno e che proprio per la sua vitalità attira interessi criminali italiani e stranieri. In Puglia – ha sottolineato ancora il presidente dell'Antimafia – la criminalità è modernamente organizzata, capace di ricorrere a tecnologie sofisticate e di intervenire con capitali sporchi in settori dell'economia e di regolare i conti, all'occorrenza, con la forza delle armi".
L'energia pulita, il nuovo business – In Puglia ci sono segnali di "infiltrazioni mafiose nel settore delle energie pulite", ha spiegato Pisanu. "Certi criminali – ha detto – hanno dimostrato abilità di ricorrere agli intrecci finanziari e societari per muovere i propri capitali, e abilità con cui scelgono i settori più redditizi di investimento. Basti pensare a quello che stanno facendo nel settore della 'green economy', delle energie alternative. C'erano allarmi su presunte infiltrazioni mafiose in queste attività e hanno trovato ulteriori conferme". Pisano ha fatto riferimento all'"accaparramento di terreni da parte della criminalità organizzata che poi li utilizza per impianti fotovoltaici, investendovi direttamente o rivendendoli a società esterne".
"Stessa operazione – ha aggiunto – si verifica per l'eolico. Essendo la Puglia la regione italiana che ha la più alta potenza installata nel settore dell'eolico e avendo tutte le mafie italiane, tutte, prestato grande attenzione a questo settore, sarebbe impensabile che si fossero distratte soltanto in Puglia. In Salento, per esempio – ha concluso Pisanu – c'è grande attenzione delle organizzazioni criminali sul fotovoltaico".
I politici al servizio della malativa – "In Puglia sono i mafiosi che si servono della politica e non la politica che si serve di loro". E' un altro degli aspetti emersi nella due giorni barese della commissione antimafia. Per Pisanu negli ultimi anni anche in Puglia la criminalità ha scelto la via del cosiddetto 'inabissamento', quella cioè di far tacere le armi il più possibile e favorire invece gli affari "con una penetrazione sempre più in profondità nel tessuto economico e sociale – ha detto Pisanu – ricercando e purtroppo spesso ottenendo complicità vaste, dalle amministrazioni locali al mondo delle libere professioni e dell'imprenditoria, in quella che noi chiamiamo borghesia mafiosa o zona grigia, che naturalmente è attratta dagli enormi capitali di cui la criminalità dispone". A questo proposito il presidente della Commissione Antimafia ha sottolineato l'impegno della criminalità, anche pugliese, nella ricerca del consenso sociale. "Non è un caso, per esempio, – ha sottolineato – che dirigenti di sette squadre di calcio pugliesi sono risultati collusi col crimine organizzato".
Emergenza Gargano – È questo l´Sos lanciato dalla Puglia alla commissione bicamerale antimafia. I sedici senatori e deputati, componenti della commissione presieduta da Pisanu, hanno ascoltato ieri e oggi i vertici investigativi e le autorità giudiziarie della regione per fare il punto sulla mafia pugliese. «Una criminalità ben organizzata, minacciosa e in alcune zone feroce – ha commentato Pisanu – che presenta però situazioni diverse su tutto il territorio.
Sul Gargano c´è una carenza di organico di forze dell´ordine e autorità giudiziarie da colmare in fretta, perché esiste allo stesso tempo una popolazione con un livello di civiltà e una cultura della legalità elevati che non merita questa criminalità. La lotta alla mafia va combattuta e portata a conclusione».
I numeri della mattanza – Tremila in tutto gli affiliati ai clan dalla Capitanata al Salento. Cinquantaquattro gli omicidi nel distretto di Bari nel 2010: più 11,8 per cento rispetto agli anni precedenti e alle altre regioni. Numeri da record che fanno della Puglia una vera e propria emergenza nazionale. A disegnare il quadro criminale alla commissione antimafia sono stati il procuratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati e il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d´appello di Bari, Antonio Pizzi. Audizioni anche per il prefetto Carlo Schilardi, il questore Giorgio Manari, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza del capoluogo, Aldo Iacobelli e Vito Straziota.
Educare alla legalità – «Il Gargano è un´emergenza nazionale – tuona il deputato Pd Michele Bordo – l´organico è del tutto insufficiente e ci sono zone completamente scoperte che non hanno commissariati di pubblica sicurezza. Fronteggiare in queste condizioni una mafia che non ha un´unica cupola ma più clan che si contendono il controllo degli affari illeciti diventa difficile». La risposta del governo non tarderà ad arrivare, rassicura il parlamentare Pdl Francesco Paolo Sisto: «Occorre uno sforzo corale, va tenuta sempre alta la guardia». La vera soluzione si chiama però educazione alla legalità. Quella legalità organizzata invocata più volte dal procuratore Laudati e che va contrapposta con fermezza alla criminalità organizzata. «Nonostante l´attività di contrasto – incalza il senatore Pd Alberto Maritati – bisogna agire, servono risposte della società civile e della politica».
Pisanu: in Puglia i mafiosi si servono anche della politica
«In Puglia sono i mafiosi che si servono della politica e non la politica che si serve di loro». E' questo uno degli aspetti emersi nella due giorni barese della Commissione Bicamerale Antimafia presieduta dal senatore Giuseppe Pisanu, che, parlando con i giornalisti, dopo alcune audizioni, ha tracciato un quadro della situazione. Gli incontri avuti dalla Commissione hanno consentito di costruire il mosaico della criminalità organizzata in Puglia, individuando le zone più a rischio e i settori economici più collusi.
Dalle audizioni del prefetto di Bari, Carlo Schilardi, dei procuratori distrettuali antimafia di Bari e Lecce, Antonio Laudati e Cataldo Motta, è emersa la presenza in Puglia di «una criminalità modernamente organizzata, capace di ricorrere alle tecnologie più sofisticate, di intervenire con i suoi capitali sporchi nei settori più avanzati dell’economia e capace, all’occorrenza, di regolare i conti con la forza delle armi».
Per Pisanu negli ultimi anni anche in Puglia la criminalità ha scelto la via del cosiddetto 'inabissamento', quella cioè di far tacere le armi il più possibile e favorire invece gli affari «con una penetrazione sempre più in profondità nel tessuto economico e sociale – ha detto Pisanu – ricercando e purtroppo spesso ottenendo complicità vaste, dalle amministrazioni locali al mondo delle libere professioni e dell’imprenditoria, in quella che noi chiamiamo borghesia mafiosa o zona grigia, che naturalmente è attratta dagli enormi capitali di cui la criminalità dispone».
A questo proposito il presidente della Commissione Antimafia ha sottolineato l’impegno della criminalità, anche pugliese, nella ricerca del consenso sociale. «Non è un caso, per esempio, – ha sottolineato – che dirigenti di sette squadre di calcio pugliesi sono risultati collusi col crimine organizzato».
A Foggia e Bari le situazioni più critiche – lagazzettadelmezzogiorno.it
Nella mappa della criminalità in Puglia sono le province di Foggia e di Bari quelle dove esistono le situazioni più critiche. Lo ha detto il presidente della Commissione Bicamerale antimafia, Giuseppe Pisanu, rispondendo alle domande dei giornalisti al termine della due giorni barese della Commissione. “Nell’area del Gargano – ha detto Pisanu – la criminalità tende ad assumere forme più oculate di controllo del territorio e caratteristiche di vera e propria mafia. Per altri aspetti, grande attenzione a Bari dove la vitalità economica attira gli interessi criminali”.
Pisanu ha elogiato la magistratura e le forze dell’ordine presenti sul territorio, sottolineando il senso di legalità della società civile pugliese che “salvo casi episodici – ha detto – non si lascia sedurre, come accade in altre regioni a forte presenza criminale, dalle organizzazioni mafiose”. Nelle audizioni che la commissione ha ascoltato in questi due giorni, è emersa ancora una volta la grave carenza di organici di cui soffre la Puglia. Pisanu ha garantito che, recepite le istanze e preso atto delle problematiche del territorio, la Commissione si farà portavoce in Parlamento di proposte per strumenti legislativi che sostengano la lotta al crimine organizzato.
In Puglia la mafia investe sull'energia
di Nicola Pepe – lagazzettadelmezzogiorno.it
I clan pugliesi mettono le mani sul business della «green economy». Se fino a poco tempo fa c’erano dubbi, ora c’è più di un indizio che ha superato lo step del mero sospetto, arrivando a un passo dalla «prova». L’allarme arriva direttamente dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, al termine della «missione» di due giorni in Puglia. Il senatore parla per oltre mezz’ora, in Prefettura, rispondendo a una serie di domande dei giornalisti.
Un argomento suscita subito l’attenzione ed è il riferimento agli affari nell’energia pulita. I clan acquistano e rivendono terreni dove collocare la pale eoliche o un parco fotovoltaico che gestiscono anche in proprio attraverso società prestanome: «Non chiedetemi altro, sono vincolato al segreto istruttorio», taglia corto Pisanu che conferma l’esistenza di indagini sulla piovra dell’energia da fonti rinnovabili. Il presidente non indica aree specifiche, ma è evidente che il fenomeno non può riguardare il Gargano, zona regina per l’eolico, e dove «la criminalità tende ad assumere forme più oculate di controllo del territorio e caratteristiche di vera e propria mafia». Del resto, la Puglia è la regione italiana con la più alta potenza di eolico, quindi va da sè che la criminalità fiuti l’affare e cerchi di approfittarne, chiosa il presidente dell’organismo bicamerale.
Pisanu ha parlato anche di borghesia mafiosa facendo riferimento a quel salto di qualità che vede la nostra regione proiettata nell’olimpo di quei territori dove i colletti bianchi trovano terreno fertile. È il caso del riciclaggio di denaro sporco alimentato da connivenze e collusioni con una platea di professionisti che hanno ammodernato il modus operandi delle organizzazioni criminali, sempre più propense a far tacere le armi per poter operare sottotono. Basti richiamare la madre di tutte le indagini sul clan Parisi di Bari per comprendere, come sin dal 1992, lo stesso boss «Savinuccio» impose la tranquillità nel «suo» quartiere Japigia per poter gestire indisturbato lo spaccio di migliaia di dosi di eroina al giorno.
Insomma, la criminalità si è ammodernata a tal punto da consentire ad alcuni boss di neutralizzare le sofisticate apparecchiature di intercettazione, e avvalersi di consulenze per operazioni di ingegneria finanziaria che mirano a lavare denaro sporco. Del resto, la Puglia è la regione più vitale e dinamica del Mezzogiorno e per tale ragione rappresenta un boccone appetitoso per gli affari illeciti. Unico dato positivo la non facile «permeabilità della società civile» da parte del sistema mafioso: sul punto, il presidente della commissione Antimafia si è soffermato evidenziando come la situazione pugliese sia diversa (in positivo) rispetto a quella di altre regioni dove la criminalità cerca il consenso popolare.
Tutto ciò, tuttavia, non riesce a spezzare quel cordone che lega criminalità e politica con la differenza che «in Puglia – ha aggiunto Pisanu – sono i mafiosi che si servono della politica e non la politica che si serve di loro». La ricetta? Potenziare l’attività delle forze dell’ordine e della magistratura anche se, a proposito della procura di Bari, è stata ribadita la carenza di organico «denunciata con garbo e precisione dal procuratore capo di Bari, Laudati».