I provvedimento è stato emesso dalla sezione per le misure di prevenzione, su richiesta della Dda, la direzione distrettuale antimafia. Il sospetto è che i locali fossero attività gestite nell’interesse dei clan e che fossero dunque in odor di riciclaggio. “Lavanderie” per i soldi sporchi della criminalità, non attività di ristorazione. I locali non chiuderanno: concessa la facoltà d’uso.
Destinatario della misura patrimoniale è un 56enne barese sorvegliato speciale di Biagio Cassano, indagato per reati di associazione mafiosa e traffico illecito di sostanze stupefacenti, “contiguo” al clan Parisi, già coinvolto in una operazione denominata “Blue moon” del 2001, ove si ipotizzò la sua “vicinanza” al citato sodalizio criminale nel quale ricopriva il ruolo di “riciclatore” dei proventi illeciti.
Si tratta, in particolare, di due unità immobiliari (una per uso abitativo ed una per uso commerciale siti in bari), quattro società di capitali (quote sociali e relativi complessi aziendali) costituite dalle gelaterie Gasperini con tre punti vendita a Bari sul lungomare Nazario Sauro, in corso Cavour ed in via Sparano, dalla rosticceria “Nuova grand’Italia di corso Cavour e dal bar “Bari nord caffè” con sede all’interno della stazione ferroviaria di piazza Aldo Moro, quote sociali relative ad altre due società di capitali del capoluogo pugliese, una impresa individuale (braceria) denominata “Il galeone” sul lungomare Dalmazia di Mola di Bari, autovetture di media e grossa cilindrata e motocicli oltre a numerosi rapporti bancari, in corso di quantificazione.