Mafia alle Regionali 2015, le accuse del pentito

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fonte: w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o . i t – di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

Dalle indagini su uno dei clan egemoni nel capoluogo a un’ipotesi di voto di scambio per avvantaggiare un candidato, poi non eletto, alle Regionali del 2015: alcuni esponenti del sodalizio mafioso avrebbero preso soldi per aiutare nelle urne Natale Mariella, imprenditore barese, all’epoca esponente di spicco della lista Realtà Italia che fa capo all’avvocato Giacomo Olivieri. La Procura di Bari (con i pm Carmelo Rizzo e Federico Perrone Capano) ha chiuso le indagini a carico di 5 esponenti del clan Di Cosola, tutti attualmente in carcere, ed ha aperto un secondo fascicolo a carico di altre 5 persone tra cui il braccio destro di Mariella, Armando Giove, ai tempi segretario provinciale di Realtà Italia: per tutti l’accusa è voto di scambio e coercizione elettorale. Mariella, stando all’avviso di conclusione indagini depositato martedì, non sarebbe indagato, ma gli accertamenti specifici sul punto non sono ancora conclusi.

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L’accusa, che si basa su intercettazioni e sulle rivelazioni di un pentito, il giovanissimo Michele Di Cosola, (figlio del boss Antonio) ritiene che Giove abbia consegnato a un esponente del clan 27mila euro, anticipo dei 70mila euro promessi affinché la famiglia Di Cosola, tramite i suoi referenti a Bari e nell’hinterland, procurasse voti a Mariella. «Prima delle elezioni – ha detto in sintesi Di Cosola al pm Perrone Capano – Mariella tramite Giove ci contattò e ci offrì questi 70mila euro. Ci siamo messi in piazza a Ceglie e abbiamo detto alla gente dove mettere la croce. In alcuni casi non c’è stato nemmeno bisogno di pagare, tanto le persone sanno chi siamo e ci rispettano. Siamo andati anche a Valenzano, Bitritto e Giovinazzo». Gli esponenti mafiosi, secondo le indagini, avrebbero poi minacciato e intimidito gli elettori per indurli a votare per l’imprenditore barese, il cui risultato nelle urne è stato discreto ma non sufficiente: terzo con 5.866 voti, a fronte di un solo eletto in provincia di Bari nella lista dei Popolari (che metteva insieme tre simboli). Mariella ha riportato 512 voti a Giovinazzo, 64 a Bitritto, 50 nella sezione 126 di Ceglie, i territori dove più forte era la presenza dei Di Cosola. Il caso ieri ha scosso la politica regionale. Natale Mariella, 48 anni, figlio dell’ex consigliere regionale Vito (scomparso nel 2013), nel 2009 si era candidato al Comune di Bari con la Puglia Prima di Tutto risultando primo dei non eletti. Poi è passato a sinistra con la formazione di Olivieri, grazie a cui ha recentemente ottenuto dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, la nomina nel consiglio di amministrazione dell’Asi di Bari. Ma soprattutto, in primavera Mariella è stato l’organizzatore e il finanziatore dell’iniziativa che ha portato in giro per la Puglia i resti dell’auto della scorta di Giovanni Falcone, iniziativa patrocinata, oltre che dalla Regione, anche dall’Associazione nazionale magistrati. «Non conosco queste persone, è una storiaccia, l’ho saputo dai giornalisti», si difende Mariella. Mentre il presidente della Regione, Michele Emiliano, che con l’imprenditore barese in campagna elettorale ha effettuato anche una manifestazione, invita ad una estrema cautela. «Non conosco i fatti – dice – e posso parlare solo in termini generali. Chi sbaglia paga, ed in questo momento è impossibile attribuire responsabilità specifiche. Lasciamo lavorare la magistratura». Emiliano ricorda che i rapporti con Olivieri, leader di Realtà Italia, si sono chiusi subito dopo le elezioni «per ragioni politiche». Mentre per quanto riguarda Mariella («Lo conosco, ma non ho mai avuto particolari rapporti»), sottolinea il suo ricordo della manifestazione organizzata per ricordare la scorta di Falcone: «Mi ha molto colpito la foto di Mariella con Tilde Montinaro, sorella di uno degli agenti uccisi nella strage. È evidente che nessuno, nemmeno il ministero degli Interni, sapeva nulla di questa storia».

Coinvolti uomini del clan Di Cosola

L’ipotesi è che il clan «Di Cosola» sia intervenuto a favore della lista dei Popolari, schierata alle elezioni Regionali del 2005 per il centrosinistra. La Direzione distrettuale antimafia di Bari ha chiuso le indagini nei confronti dei pregiudicati baresi Teodoro Frappampina, Luigi Guglielmi, Giovanni Martinelli, Alfredo Sibilla e Carlo Giurano, che rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, voto di scambio e coercizione elettorale in concorso con Michele Di Cosola, Armando Giove, Leonardo Mercoledisanto, Piero Mesecorto e Alfonso Partipilo, nei cui confronti è stato aperto un fascicolo separato. Michele Di Cosola è il figlio del boss Antonio.

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Scambio voti Regionali2015

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