di MARA CHIARELLI – bari.repubblica.it
Ammonta a oltre 2 milioni e mezzo di euro il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro nell’operazione compiuta stamani da agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Bari e di Lecce che hanno eseguito 9 delle 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla procura nei confronti di presunti affiliati alla criminalità organizzata pugliese. L’operazione avviene nell’ambito di una indagine che riguarda investimenti e impieghi di denaro derivanti da attività illecite da parte di esponenti di rilievo del clan Capriati di Bari.
Tra i beni sequestrati, anche un noto ristorante della città vecchia di Bari, ‘Il signor pomodoro’, in piazza del Ferrarese. Un ristorante che in pochissimo tempo, dopo il cambio di gestione – ex ‘Oolivoo’, del quale anche il cantante pugliese Albano Carrisi, del tutto estraneo all’operazione della Dia, aveva una quota societaria pari al 3%) – e un nome tutto nuovo, era riuscito a guadagnarsi anche l’attenzione dei recensori di Tripadvisor.
La Dia ha inoltre sequestrato quattro immobili, due a Bari e due ad Acquavia delle Fonti, sempre nel Barese, un garage nel quartiere Madonnella del capoluogo pugliese, autorimesse, autolavaggi, una concessionaria di Modugno, al cui interno sono state censite 150 auto, e numerosi conti correnti bancari. Tra le persone arrestate – a quanto si è appreso – ci sono anche tre donne, una delle quali avrebbe avuto nella organizzazione un ruolo di rilievo.
Il maxi-blitz degli agenti della Direzione investigativa antimafia è scattato all’alba. L’indagine, denominata “Adria”, che riguarda investimenti ed impieghi di denaro derivante da attività illecite da parte di un esponente di rilievo del clan Capriati di Bari, è stata avviata nel maggio 2010 dalla Procura distrettuale di Bari. Gli arrestati, presunti affiliati alla criminalità organizzata pugliese, alcuni ritenuti legati al boss di Bari Vecchia, Antonio Capriati, sono indagati per riciclaggio, impiego di capitali illeciti in attività economiche e intestazione fittizia di beni.
Particolari sull’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si svolgerà a oggi a Bari, negli uffici della Dia, alle ore 11 e 30. Parteciperanno il procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, e il sostituto procuratore distrettuale, Carmelo Rizzo.
Attività illecite, 11 arresti della Dia tra Bari e Lecce
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
BARI – Riciclavano denaro sporco del clan Capriati in attività commerciali, immobili e anche in un noto ristorante nel cuore della movida a Bari vecchia. Con queste accuse la Dia di Bari ha arrestato dieci persone (una è latitante) ritenute affiliate alla criminalità organizzata pugliese con l’accusa di riciclaggio, impiego di capitali illeciti in attività economiche e intestazione fittizia di beni. Tra gli arrestati vi sono tre donne che avevano ruoli centrali nell’organizzazione. Tre persone sono indagate.
Presunto capo sarebbe Francesco Quarto, che è sfuggito all’arresto perchè si troverebbe in Brasile per alcune compravendite. L’uomo sarebbe l’ex autista del boss barese Antonio Capriati – attualmente in carcere dove sconta una pena all’ergastolo – e, secondo gli inquirenti, cassiere del clan.
Complessivamente la Dia ha sequestrato oltre due milioni e mezzo di euro. Tra i beni sequestrati, anche il noto ristorante.
La Dia ha inoltre sequestrato quattro immobili a Bari e in provincia, un garage, autorimesse, autolavaggi, e una concessionaria di Modugno (Bari), al cui interno sono state censite 150 auto, e numerosi conti correnti bancari.
Per la Procura di Bari, gli arrestati si sarebbero intestati beni riconducibili a persone vicine al boss Capriati favorendo il riciclaggio di danaro ‘sporcò. L’operazione, denominata Adria, ha svelato meccanismi classici del riciclaggio messo a punto da uno dei clan criminali storici del capoluogo. A colpire gli investigatori è stata la netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli indagati, ‘equivalenti a zerò, e i beni a loro intestati.
“Sono stati monitorati 116 rapporti bancari – ha detto il procuratore di Bari Antonio Laudati – intestati a 23 persone assolutamente incensurate”. Alcune intercettazioni in carcere, poi, hanno fatto sì che si individuasse in Francesco Quarto il capo del gruppo e il cassiere dell’organizzazione. E agli atti risulta anche una spesa di 10mila euro in contanti fatta da Quarto per l’acquisto di una crociera nel Mediterraneo per portare in vacanza la famiglia. Inoltre, un uomo è risultato intestatario di una dozzina di automobili e di 20 motoveicoli pur non avendo la patente in quanto ha esaurito tutti i punti.
“Interessante”, infine, – secondo gli investigatori – il ruolo di una delle tre donne arrestate dalla Dia poichè risultata essere il punto d’unione tra l’organizzazione e alcuni imprenditori in crisi.
GLI ARRESTATI – In carcere sono finiti: Saverio Quarto, di 40 anni, Alessandro Pastorelli, di 46 anni, titolare della concessionaria Auto Plus di Modugno, Francesco Labellarte, di 58 anni ex agente di polizia municipale di Valenzano, Michele Quarto, di 62 anni, Ascensa Santoro, di 46 anni, Antonio Domenico Guglielmi, di 52 anni, e Nicola Franco, di 52 anni. Agli arresti domiciliari: Pasqua Pasquariello, di 52 anni, Nicla Martino, di 53 anni, e Gianluca Lopez di 22 anni. Francesco Quarto, il capo dell’organizzazione è attualmente all’estero. Infine, altre tre persone sono indagate a piede libero.
RISORSE CORRELATE