Ennesima rapina al centro scommesse ” Sisal.Matchpoint ” sito in Via Ten. A.Losito, che ha fruttato ai due rapinatori qualche migliaio di euro. Non ci preoccupa solo la notizia della rapina perché il territorio molfettese è diventato ormai facile preda della criminalità locale e non, ma la moltiplicazione a dismisura dei punti scommessa nella nostra città con relativo sviluppo della “ludopatia”.
Nella prima bozza del “Decreto Balduzzi” (Legge 13 settembre 2012 n. 158 – Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un piu’ alto livello di tutela della salute) aveva fatto discutere la norma contro le ludopatie che fissava, per l’apertura di sale giochi e centri scommesse, distanze minime dai luoghi sensibili, come scuole ed ospedali. Inizialmente si era pensato ad un limite di 500 metri, poi quello spazio è sceso a 200 metri. Oggi la misura è stata ufficialmente cancellata dall’ultima versione del dl varato dal Ministro della Sanità. Meglio limitarsi a fissare il principio di «evitare la prossimità» a scuole e ospedali, demandando a Monopoli e enti locali la regolamentazione sulla distanza delle nuove licenze, prevedendo «forme di progressiva ricollocazione» delle sale giochi «territorialmente prossime a istituti primari, università, nosocomi e luoghi di culto».
Il centro scommesse “Sisal.Matchpoint”, rapinato ieri, è a meno di 200m. da due scuole, una chiesa e un oratorio, ma la città è invasa da centri scommesse Sisal e non, e altri centri sono camuffati sotto l’insegna di Bar e tabaccherie. Sarebbe utile, conoscere cosa stia facendo l’amministrazione comunale per contrastare lo sviluppo di questo fenomeno e, soprattutto, conoscere gli intestatari delle licenze se singoli o societari per avere una prima mappatura del settore. La criminalità è la prima “società” che investe in queste attività, bisogna solo capire se a Molfetta investe con i propri adepti, o con prestanomi.
Visto che quelli di Quindici, il giornale che dice di dire le cose che gli altri non dicono, non mi ha pubblicato il commento, peraltro goliardico, che avevo espresso per la notizia, lo faccio qui, perché so che, fatti salvi i criteri minimi di buona educazione, è data voce a tutti.
Il commento era: d’o latr o latraon.
A intendere appunto che le attività svolte nei centri scommesse, ancorché autorizzate dal governo, nella fattispecie incapace (e vado a esplicare), sono a conti fatti, delle ruberie perpetrate ai danni di poveri disgraziati (e si potrebbe anche configurare la circonvenzione di incapace).
Vado a esplicare: incapace perché favorire la ludopatia equivale a spendere molto di più di quello che si guadagna (?) con le scommesse, per recuperare alla società questi soggetti psicologicamente instabili e i loro familiari.
Ma basterebbe che il governo vietasse la pubblicità del gioco, così come fa con le sigarette e invece non fa con l’alcool.
Pare che il fumo, il meno dannoso socialmente dei tre vizi elencati, sia la pecora nera.
Vergogna