L’inaugurazione del chiosco n. 2, festa privata o pubblica?

Il 10 dicembre 2004 è un giorno che ricorderemo perchè un assessore molto amato dai molfettesi partecipò ai funerali del padre dei boss della droga i fratelli Manganelli. Qualcuno penserà che non c’è nulla di male partecipare a un funerale, certo, fino a quando la partecipazione di un pubblico amministratore si limita alla cerimonia funebre pubblica; ma quando il politico interviene alle fasi private della cerimonia riservate ai soli famigliari presso la camera mortuaria dopo la funzione pubblica comincia ad essere imbarazzante. Lo è ancor di più se in quella fase ci partecipa un detenuto scortato da guardie carcerarie. Rimarrà un mistero per tutti noi. Invece la data del 12 settembre 2011 la ricorderemo per un’altra situazione altrettanto imbarazzante ma molto più grave e senza misteri. 

E’ appena terminata la festa patronale cittadina  e il giorno successivo, alle ore  20.15 circa, due “famiglie” molfettesi s’incontrano per festeggiare. Una parte di quelle “famiglie” che hanno voluto il nuovo piano del commercio, così come è riportato nella premessa della delibera del Consiglio Comunale n. 53 e la piccola famiglia del Sindaco Senatore Azzollini s’incontrano per festeggiare l’apertura del secondo Box del “Mercato diffuso”. Non abbiamo notizie del Prelato che ha inaugurato, anche se di solito il sindaco si accompagna in queste cerimonie al vescovo Martella; è certo però che capeggiava sugli astanti un’immagine della Madonna. 

La voce circolava già da qualche giorno che il nastro sarebbe stato tagliato dal primo cittadino (è una delle poche cose che riesce a fare quando nel weekend è a Molfetta), anche se il suo addetto stampa e il sito web amico non ne ha dato notizia. Ora, noi cittadini che ci teniamo tanto a queste manifestazioni, ci chiediamo il perchè il Sindaco-Senatore Azzollini non abbia invitato la cittadinanza all’inaugurazione di questa importante opera pubblica che sta risolvendo il problema dell’abusivismo e che, a suo dire, sta diventando un punto di riferimento da imitare in tutta la provincia? Perchè privarci della prova del melone e la conoscenza di questi fortunati e meritevoli cittadini imprenditori e commercianti che sono stati premiati con il chiosco numero due e che noi contribuenti abbiamo pagato in anticipo? 

Oppure era semplicemente una festa privata a cui sono stati invitati il sindaco con consorte e qualche suo seguace? Se così fosse sarebbe molto grave e dovrebbe spiegarlo alla città.

Dal momento che conosciamo i silenzi del primo cittadino siamo certi che risposte non arriveranno e quindi sarebbe opportuno che il Prefetto intervenga per verificare, ai sensi dell’art. 143 del D.Leg. n. 26/2000, che non ci siano elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalita’ organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi.

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