Libera-Molfetta ravviva la memoria di Gianni Carnicella

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di Roberta Carlucci (www.laltramolfetta.it/…)

07/07/2010   Molfetta non vuole perdere la memoria. La Molfetta che non ha mai sofferto di amnesie e che spera ancora di poter levare alto il suo grido di dissenso si è ritrovata ieri alle 18.30 nell’Aula Consigliare “G.Carnicella” di Palazzo Giovene per la conferenza-dibattito “Molfetta e la memoria” organizzata dal Presidio cittadino di Libera. La nota associazione contro le mafie, che solo tre mesi fa, dopo un lungo travaglio, ha aperto ufficialmente i battenti nella nostra città, ha organizzato quest’evento a memoria di una personalità di spicco della vita politica e sociale molfettese degli anni novanta. Si tratta dell’allora sindaco Gianni Carnicella, ucciso a colpi di fucile diciotto anni fa, il quale, ancora oggi, non è abbastanza ricordato e commemorato dai suoi concittadini e che spesso i giovanissimi, che quegli anni di malavita e malaffare li hanno vissuti solo di striscio o forse li ignorano, non conoscono neanche di nome. Gianni Carnicella è stato un sindaco che ha governato troppo poco tempo per dimostrare quanto fosse fiera e tenace la sua etica che lo contrapponeva alla logica della legge del più forte.
E’ stato in carica per soli sei mesi ma nel momento in cui gli è stato chiesto di contrapporsi all’illegalità, alle mafie di quegli sporchi anni, lui l’ha fatto senza timore alcuno, offrendo la sua stessa vita sull’altare della Legalità. E ha pagato per tutti noi, per tutti i cittadini che in quegli anni poco avevano fatto nei confronti del dilagare incontrastato di una criminalità radicata e potente, che tesseva le trame segrete dei traffici della droga.
Gianni Carnicella è morto però per mano di un uomo che forse, in fin dei conti, era il più debole di tutta la “combriccola”, un fratello, come lo chiamò don Tonino, che pensava di dimostrare ai suoi di essere capace di prevaricare chi governava con lo sparo assordante di un fucile a canne mozze. Con esso ridusse a un colabrodo il bacino del Sindaco e ne causò una morte lenta ed agonica, dovuta allo stillicidio ematico contro cui neanche un lungo intervento chirurgico potè fare alcunchè.
I relatori della conferenza del Presidio di Libera si sono profusi in discorsi densi di significato per ricordare la figura di Carnicella e il contesto in cui avvenne il suo omicidio. Moderati da Michele Pappagallo, presidente diocesano dell’Azione Cattolica, sono intervenuti, nell’ordine, Nicola Cibelli, un giovane molfettese in cerca di memoria, Franca Carlucci della Casa della Pace, Matteo d’Ingeo per il Liberatorio Politico, Mimmo Stufano, presidente nazionale dell’associazione Avviso Pubblico, e Sergio Cici, rappresentante del coordinamento provinciale di Libera.
Cibelli, classe 1983, residente ormai da anni in Emilia Romagna, ha iniziato da tempo una ricerca sulla memoria di Gianni constatando la povertà di documenti presenti su internet, ragion per cui ha creato una pagina facebook (Giovanni Carnicella) che cercasse di aiutare non solo lui, figlio di un caro amico del nostro compianto sindaco, ma anche la cittadinanza tutta, a ricomporre il difficile puzzle della storia di quel tremendo 1992.
Franca Carlucci ha riportato, invece, i suoi ricordi d’infanzia legati a Piazza Paradiso, crocevia dei malavitosi negli anni novanta, e le memorie della Casa della Pace, legate ai rapporti con Gianni Carnicella per la riqualificazione dell’allora degradatissimo centro storico attraverso attività ludiche e di doposcuola.
Matteo d’Ingeo ha snocciolato una serie di informazioni interessanti ed illuminanti sul contesto in cui si innestò il tragico omicidio di Carnicella, riferendosi anche a notizie documentate tratte dalle carte dei processi delle operazioni Primavera e Reset, cercando di scatenare nei presenti anche nuovi interrogativi sulla fine che possano aver fatto gli ingenti introiti dello spaccio di droga nelle famiglie che ne gestivano i traffici. Inoltre, ha invitato a parlare anche nelle scuole delle nostre vittime della malavita come lo è stato il Sindaco Carnicella, per il quale è stato chiesto da tempo agli organi preposti il riconoscimento come vittima di mafia e/o del dovere. La propagazione di questo messaggio di legalità attraverso le istituzioni scolastiche sicuramente è uno dei principali e più immediati obiettivi che Libera-Molfetta si pone per i prossimi mesi.
A margine, gli interventi di Mimmo Stufano e di Sergio Cici. L’uno ha ribadito l’attività dell’associazione di cui è presidente, Avviso Pubblico, al fianco di Libera ed ha annunciato in anteprima la presentazione venerdì 17 Luglio a Giovinazzo presso la Vedetta del Mediterraneo del libro Mafia Export di Francesco Forgione, già presidente della Commissione parlamentare Antimafia. L’altro intervenuto ha sottolineato l’importanza della preservazione della memoria per un’associazione come Libera non solo a livello nazionale ma soprattutto a livello locale.
Dopo un breve dibattito, la conferenza si è conclusa, come anche si è aperta, con dei video inerenti la vita di Gianni Carnicella. Il più commovente quello in cui veniva ripresa l’omelia di Don Tonino al funerale del Sindaco: il pubblico ha assistito in un raccolto silenzio sciogliendosi poi in un fragoroso applauso, come se don Tonino fosse ancora vivo ed avesse appena pronunciato quel discorso al cospetto degli astanti. La toccante attualità delle parole ascoltate in quel video è apparsa a dir poco agghiacciante.
Da segnalare un’importante iniziativa di Libera-Molfetta presentata alla cittadinanza in occasione della conferenza. Si tratta di una petizione all’Amministrazione per l’apposizione di una lapide ad memoriam di Gianni Carnicella per cui si stanno raccogliendo le firme dei cittadini con presentazione di documento d’identità. Chiunque voglia aderire, potrà trovare i fogli della petizione anche presso la sede de L’altra Molfetta in via G. Panunzio, 17 e passare a lasciare la propria firma in orari serali, tra le 19 e le 21.
Infine, per chi volesse partecipare alla commemorazione dell’ex Sindaco, oggi alle 13.30 si terrà la cerimonia ufficiale presso il sagrato di San Bernardino, luogo dell’atroce delitto. Il Presidio di Libera-Molfetta ha annunciato in conferenza la sua partecipazione all’evento.
Al termine, deporrà accanto alla fioriera un cartellone a memoria di Carnicella, con le firme di chi ha già o di chi vorrà aderirvi, in cui è riportata una frase dell’omelia di Don Tonino. Chi la leggerà in essa riconoscerà ciò che Libera vede nella figura di Gianni ed il motivo per cui intende fermamente portarne avanti la memoria.

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