L’ex Rettore Uricchio nei verbali del grande accusatore del “Sistema Trani”.

Spunta anche il nome dell’ormai ex rettore dell’Universita di Bari, Antonio Felice Uricchio, nell’inchiesta sulla giustizia svenduta a Trani. Uricchio non è indagato ma viene tirato dentro i racconti di Flavio D’Introno, l’imprenditore di Corato che nell’inchiesta di Lecce è al tempo stesso indagato e testimone chiave. Proprio per il suo atteggiamento collaborativo D’Introno non fu arrestato assieme all’ex gip Michele Nardi, al poliziotto Vincenzo Di Chiaro e all’ex pm Antono Savasta. Soltanto a quest’ultimo, a marzo, sono stati concessi i domiciliari in virtu della confessione sulle tangenti prese e su quelle ricevute da altri magistrati. Savasta il 19 giugno è stato protagonista nella seconda parte dell’incidente probatorio, davanti al gip Giovanni Gallo, e ha rivelato il nome del quarto magistrato che sarebbe stato coinvolto nel sistema di tangenti (oltre a Nardi e Savasta c’e anche Luigi Scimè, pm a Salerno): Domenico Seccia, attuale sostituto procuratore generale in Cassazione, che fu componente della Commissione tributaria di Bari.

Quell’organismo accolse i ricorsi di D’Introno contro cartelle esattoriali per 8 milioni di euro. Secondo l’ipotesi ancora da verificare, Seccia potrebbe avere ricevuto denaro dall’imprenditore in cambio di una pronuncia favorevole. Questo almeno ha raccontato D’Introno e poi lo ha confermato Savasta, spiegando che secondo lui “Seccia era una persona pericolosa“. Alla stessa vicenda della commissione tributaria e legato il nome di Uricchio, che da qualche giorno non e più rettore dell’Uniba in quanto componente del direttivo Anvur (l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universi-tario e della ricerca). A tirare in ballo Uricchio e stato di recente lo stesso D’Introno nell’incidente probatorio davanti al gip leccese Giovanni Gallo e di cui sono stati depositati i verbali. I fatti sono riferiti all’autunno 2011: “Insieme con il dottor Nardi stavamo andando a casa del professore Uricchio, che era magistrato della commissione tributaria, ma non si sapeva se il ricorso andava a lui o a un altro magistrato — ha raccontato l’imprenditore — E quindi not andammo a parlare con lui”. All’epoca anche l’ex rettore era componente della commissione tributaria di Bari, che poi annullò le cartelle esattoriali da 8 milioni emesse nei confronti di D’Introno. Per quella vicenda — secondo la Procura della Repubblica di Lecce — ci fu un interessamento diretto di Nardi. Su Uricchio gli in-quirenti finora non si erano soffermati, ma il modo in cui il suo nome è stato tirato dentro da D’Introno potrebbe far ipotizzare che Nardi si sia rivolto a lui per chiedere un favore. Di certo, già nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Gallo aveva evidenziato che “Nardi aveva intessuto insieme con l’avvocato Vito Dettole una rete di rapporti nel contesto dell’Università degli studi di Bari, dove tutto viene gestito come un favore“. Dettole, che nell’ordinanza viene definito “un faccendiere”, e un avvocato tributarista — secondo gli investigatori ben inserito negli ambienti massonici e negli anni scorsi molto vicino all’ex sindaco biscegliese Francesco Spina, del quale fu assessore — che si occupa prevalentemente di contenzioso tributario e che “non trascura la possibilità di condurre affari di vario genere sfruttando e utilizzando le proprie conoscenze, che ricambia ponendosi anch’egli a disposizione degli amici”.

fonte: Chiara Spagnolo – rep.repubblica.it

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