Un altro durissimo attacco. Stavolta rivolto, oltre che alla polizia giudiziaria, ai suoi ex colleghi magistrati. Michele Nardi ha accusato tutto e tutti di aver falsificato alcuni degli atti alla base dell’inchiesta di Lecce sugli ex giudici di Trani: «Mi avete rovinato la vita e la famiglia». L’ex gip, che ora è uscito dal carcere e affronta il processo dagli arresti domiciliari, anche ieri ha reso una lunghissima dichiarazione spontanea di 45 minuti davanti alla Seconda sezione del Tribunale di Lecce.
Nel mirino di Nardi, che risponde di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, è finito in particolare l’allora procuratore aggiunto tranese Francesco Giannella (ora a Bari): secondo Nardi sarebbe Giannella, e non lui stesso, il «magistrato brizzolato» cui si fa riferimento in una intercettazione centrale per la ricostruzione della vicenda corruttiva (nei confronti di Giannella, va detto, l’indagine non muove nessuna accusa e non ha sollevato neppure un minimo sospetto). Allo stesso modo, sempre secondo Nardi, Giannella e il pm Marcello Catalano, insieme alla collega Roberta Licci che ha condotto le indagini a Lecce, avrebbero commesso un falso con la nota di trasmissione da Trani degli atti relativi al caso di un’altra ex collega, la gip Maria Grazia Caserta (che ieri ha depositato una memoria). Accuse analoghe («Sciatteria nelle indagini») sono state mosse da Nardi nei confronti del luogotenente Saverio Santoniccolo, il carabiniere di Barletta che ha condotto le indagini sui processi truccati a Trani anche nei confronti dell’ex gip, finito in carcere a gennaio 2019 e uscito soltanto all’inizio dell’estate.
L’udienza di ieri era dedicata a terminare l’esame di Santoniccolo, che ha passato in rassegna le migliaia di pagine di atti in cui è ricostruita la storia dell’indagine: tra queste le dichiarazioni dell’imprenditore Flavio D’Introno che ha confessato di aver pagato i giudici per tentare di risolvere i suoi problemi giudiziari e che, sempre secondo Nardi, non sarebbe credibile in gran parte delle sue ricostruzioni ad esempio in occasione di una presunta tangente presa a Roma (nel giorno in cui D’Introno sarebbe stato a Nizza e Nardi a Pulsano). Nella prossima udienza dovrebbe terminare la deposizione del carabiniere comincerà il controesame da parte delle difese, ma l’avvocato di Nardi ha annunciato un impedimento per il giorno 16 e ha chiesto di rinviare tutto al 22.
fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it