“Le promesse si mantengono”, le trattative con Lerario per truccare le gare della Regione e favorire le aziende amiche

L’ex capo della Protezione civile regionale è indagato con l’ex dirigente Mercurio e altri otto con l’accusa a vario titolo di corruzione, peculato, falsità ideologica, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Sarebbe stato nascosto in un algoritmo il segreto per truccare le gare d’appalto della Regione. Un accorgimento per livellare le offerte economiche delle ditte e lasciare spazio alla discrezionalità. Quella che l’ex capo della Protezione civile regionale, Mario Lerario, e l’ex dirigente Antonio Mercurio avrebbero utilizzato per favorire società amiche, ipotizza la Procura di Bari. In primis la Cobar di Altamura per ottenere il mega-appalto dell’ospedale Covid in Fiera del Levante, assegnato per 8,5 milioni e poi lievitato di almeno altri sette. Ma anche altre aziende, riconducibili a imprenditori che avrebbero anche promesso tangenti a Lerario: come Alessandro Nuzzo (La Pulisan), al quale Lerario il 14 ottobre 2021 ricordava: «Senti, noi avevamo detto questo più o meno….» . E lui (che puntava alla proroga dell’appalto delle pulizie negli uffici regionali) rassicurava: «Più o meno, le promesse si mantengono… Io vengo da una scuola… a mio padre bastava una stretta di mano». Non sapevano che a intercettarli c’erano gli uomini del Nucleo Pef della Finanza né che dopo due anni e mezzo sarebbero arrivati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

Gli indagati

Sono dieci e rispondono, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. Tre sono pubblici ufficiali: oltre a Lerario e Mercurio(entrambi si sono dimessi perché coinvolti in precedenti indagini, il primo già condannato due volte per corruzione e il secondo sotto processo), Felice Antonio Spaccavento, componente della commissione di gara che ha assegnato alla Cobar i lavori per la realizzazione dell’ospedale Covid. E poi gli imprenditori: Vito De Mitri della Sis.Med, a cui sarebbe stata pagata la fornitura di un container mai effettuata; Sigismondo Zema, che ha fornito arredi e attrezzature per la sala mensa del Consiglio regionale; Andrea Barili della Barili srl, che con Zema si sarebbe accordato per ignorare l’invito ricevuto da Empulia e non presentare alcuna offerta; Francesco Girardi della Agrigirardi e della G. Scavi; Vito Vincenzo Leo della Leo Impianti; Domenico Tancredi della Tancredi restauri; Alessandro Goffredo Nuzzo della Pulisan.

L’ospedale Covid

È l’inizio di tutti i guai. Perché durante la realizzazione più d’uno avanzò dubbi sull’iter e perché all’inaugurazione — nel febbraio 2021 — era stato proprio Lerario a spiegare, insieme col governatore Michele Emiliano, che i costi dell’opera erano lievitati «grazie a cinque ordini di servizio aggiuntivi». Quella frase buttata lì in conferenza stampa ha trovato riscontro nelle indagini dei finanzieri (guidati prima dal colonnello Luca Cioffi e poi dal collega Arcangelo Trivisani) che in quell’aumento dei costi hanno visto un reato. Con gli ordini di servizio — è spiegato nell’avviso di conclusione indagini — sono state commissionate e poi liquidate a Cobar ulteriori lavorazioni, attestando falsamente che si trattava di opere «ulteriori e integrative» quando erano in realtà «mere varianti ai lavori contrattuali».

Le gare truccate

Secondo il procuratore Roberto Rossi (che ha coordinato le indagini assieme all’ex aggiunto Alessio Coccioli, oggi procuratore a Matera), sarebbero due: quella per la realizzazione dell’ospedale in Fiera e quella per le pulizie negli uffici regionali. In entrambi i casi sarebbe stato inserito nella documentazione di gara un particolare algoritmo per il calcolo del punteggio da attribuire nell’offerta economica, che di fatto azzerava l’elemento del prezzo nella graduatoria. Lasciando alla discrezionalità dei giudicanti la possibilità di attribuire un punteggio più elevato all’offerta tecnica. In tal modo sarebbe stata avvantaggiata La Pulisan e, prima ancora, la Cobar. Rispetto a quest’ultima, gli inquirenti definiscono «manifestamente ingiustificata» la prevalenza accordata rispetto alla concorrente Operamed, che aveva nel curriculum, fra l’altro, la realizzazione dell’ospedale Covid alla Fiera di Milano. A dimostrazione della volontà di indirizzare la gara verso la società altamurana, secondo la Procura, anche il fatto che Lerario e Mercurio, avendo preparato gli atti, non avrebbero potuto far parte della commissione giudicante.

Le altre irregolarità

Riguarderebbero diversi appalti: la ristrutturazione della sede della Protezione civile di Castellaneta, costata oltre un milione e mezzo e appaltata alla G. Scavi di Girardi; la realizzazione di aiuole ornamentali presso la sede regionale di via Gentile da parte della Agri Girardi, a cui sono stati liquidati 194mila euro; la fornitura di arredi e attrezzi per la sala mensa del Consiglio regionale per 185mila euro dalla Zema; l’acquisto di un container (mai consegnato) da 97mila euro dalla Sis.Med a supporto dell’ospedale Covid. E poi il parcheggio dell’ospedale in Fiera, gli impianti elettrici del museo Castromediano di Lecce, la climatizzazione degli uffici regionali di corso Sonnino a Bari, la riqualificazione della sede della Protezione civile a Montalbano Ionico.

Le tangenti

Le indagini a posteriori non hanno consentito di provare che siano state effettivamente pagate. ma soltanto di ipotizzare che siano state annunciate. Almeno in due casi. Da que

l Nuzzo che diceva «io le promesse le mantengo» e da Domenico Tancredi (della Tancredi Restauri), che dopo aver ottenuto lavori di somma urgenza in una scuola di Barletta per quasi 4 milioni di euro, avrebbe ricompensato Lerario ristrutturando la sua abitazione ad Acquaviva.

****************

n.d.r. – Ieri sulla pagina FB del Dott. Felice Spaccavento è apparso il post che segue. Naturalmente gli auguriamo tanto bene, nella convinzione che riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi